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Una settimana fa a quest'ora erano pronte a imbarcarsi per far ritorno a Milano da neopromosse. Ora a distanza di 7 giorni ai festeggiamenti per il ritorno in A1 dopo un anno di purgatorio volontario, per le ragazze dell'NC Milano si unisce la consapevolezza dell'impresa fatta e soprattutto la voglia di non fermarsi qui e porsi nuovi limiti da superare. Una promozione, quella conquistata grazie ai due successi ravvicinati sulla Brizz, nel mirino dall'indomani della scelta societaria di avvalersi dell'autoretrocessione. "Tra qualche mese saremo di nuovo in A1, è una promessa", sentenziò a suo tempo capitan Gaia Apilongo (foto Enrico Casiraghi). Detto fatto. Donna di parola la fortissima atleta pescarese, grande protagonista della cavalcata meneghina verso il ritorno in massima serie: "Da capitano mi sentivo in dovere di prendere per mano la mia squadra e riportala in alto. Se ho fatto questa promessa è perché ci credevo, perché credevo, e credo, nella mia squadra, nella forza che ha, nelle sue potenzialità, nella tenacia e soprattutto nel cuore grande che abbiamo - esordisce ai nostri microfoni - Fin dalla prima partita volevamo solo vincere e dimostrare a tutti che, anche con una squadra appena ridimensionata, rimane la stessa complicità e la stessa voglia di far bene, come nei campionati precedenti. Purtroppo quella dell'autoretrocessione è stata una decisione forzata, dovuta a cause di forza maggiore; è stata un’estate che ci ha messe tutte a dura prova essendoci ritrovate in A2 dopo tutti i sacrifici e le gioie dell’anno precedente. È stato un anno difficile poiché si sono ridotti gli allenamenti, le piscine erano quasi sempre chiuse ed è stato molto complicato continuare una preparazione adeguata. Devo dire che la nostra fortuna è stata quella di avere una grande forza d’animo che ci ha spinte ad andare avanti, la grinta e la passione per superare quel momento così disagevole. D’altra parte, però devo ammettere, questo è stato un incentivo per riprenderci ciò che ci avevano tolto, ciò che era e che adesso è di nuovo nostro: la Serie A1".

Il centroboa abruzzese ha letteralmente divelto le porte avversarie, totalizzando 66 reti tra regular season e play-off. Nessuna come lei, un incubo per chiunque si trovasse dalle sue parti in vasca e la fortuna di chi ha puntato su di lei al nostro Fanta Woman Waterpolo: "Non sono io a vestire i panni di incubo ma è incubo a vestire i miei panni! Scherzi a parte, in A2 devo ringraziare solo la mia squadra se sono riuscita a segnare tanto e svolgere un ottimo campionato! Il mio ruolo, se pur complicato, dipende molto dalle mie compagne di squadra - sottolinea Gaia - Sono loro ad avermi dato sempre fiducia nel passarmi la palla al momento giusto. Per il Fantapallanuoto vorrei una percentuale su tutti i punti che ho fatto acquisire! Ovviamente scherzo, ma non nascondo che mi ha fatto molto piacere. E ne approfitto per ringraziare e complimentarmi per l'idea avuta, per la visibilità data attraverso questo gioco e i continui approfondimenti dedicati in particolare alla Pallanuoto femminile".

Una bocca di fuoco impressionante ma con alle spalle una squadra che ha girato a meraviglia dentro e fuori dall'acqua con tante e liete 'sorprese': "La squadra è nuova, ci sono molti elementi giovani. La cosa positiva è stata vedere un gruppo di ragazze che hanno avuto rispetto e ammirazione per noi esperte dimostrando sempre una grandissima volontà di voler imparare e mettersi a disposizione ogni giorno sempre di più per crescere insieme - prosegue Apilongo -. Devo dire la verità, tutte sono migliorate, ma ovviamente non posso non citare la mia socia a boa Giulia Trombetta, che da quando è arrivata nella mia squadra è cresciuta molto, sia tatticamente che personalmente. Ma anche Virginia Tosi è stata determinante nelle finali play-off. E soprattutto una nota di merito va al nostro portiere, Martina Giannoni, che, nonostante l’età, la reputo una dei portieri più temibili e grintosi del campionato". Il tutto, ovviamente, mixato alla perfezione da coach Binchi: "Leonardo Binchi è un grande allenatore, ha trovato la chiave giusta per creare qualcosa di speciale nella squadra. Ha saputo trasmetterci la sua combattività e carica sportiva, la sua passione e soprattutto la testa per non gettare la spugna. Non ci ha mai abbandonato; è sempre stato presente a tenerci unite e cercare in ogni singola competizione di tirar fuori il meglio di tutte noi".

Una stagione dominata in cui sarebbe stato facile perdere la concentrazione ma così non è stato e l'unico incidente di percorso alla fine si è rivelato decisivo: "Vincerle tutte, a parte il Rapallo, ci ha dato grinta e motivazione per dare il massimo ad ogni allenamento e per far crescere la fiducia in noi stesse; tutte sapevamo che i play off sarebbero stati difficili, ma la sconfitta con il Rapallo ci ha fatto solo tirar fuori l’ultimo pezzo di cuore che mancava per affrontare una finale. La cosa bella che ho notato e che devo riconoscere alla mia squadra è che nessuna e nessuno ha mai pensato di mollare o di non crederci fino alla fine. Questa è stata la nostra arma vincente. Cuore, testa e tanto duro lavoro".

Ma facendo un salto indietro nel tempo: "Sono entrata in acqua all’età di 2 anni e da lì ho scoperto subito l’affinità che avevo con cloro - ricorda la calottina numero 2 - Dopo qualche anno di nuoto, però, mi sono accorta che non mi dava l’adrenalina da competizione di cui avevo bisogno; provai così altri sport (pattinaggio, pallamano, basket) ma capii ben presto che il mio posto era un altro. Così mia madre mi portò a fare un provino di Pallanuoto e fu subito amore. Da lì non ho più smesso di giocare e ne sono diventata dipendente. Gioco fuori casa da quando ho 17 anni. Fin da subito i miei hanno spinto a crearmi una mia indipendenza sia universitaria che lavorativa. Grazie a loro sono sempre stata autonoma e una ragazza che non ha mai avuto problemi di organizzazione. Purtroppo vedo tanti giovani estenuati nel cercare di conciliare scuola e Pallanuoto: beh, un consiglio che vorrei dargli è di mettere da parte la pigrizia e di usare tanto spirito di sacrificio e di riuscire ad organizzarsi. Ora mi ritrovo a lavorare tutti i giorni, tra ufficio e corsi in piscina (come già accaduto a Pescara con il ristorante del papà ndr), ma arrivare la sera e trovare la mia squadra sorridente ad accogliermi mi fa passare tutta la stanchezza accumulata durante la giornata. Ed è qui che tutto prende senso".

L'inizio di una carriera che ha toccato varie tappe con un comun denominatore, l'istinto da leader, e tanti legami solidi costruiti nel tempo: "Ho avuto la fortuna di giocare in diverse città. In ogni squadra ho dei bei ricordi! Da Firenze, Ortigia, Messina per poi tornare a casa in Abruzzo e successivamente venire qui a Milano. Ognuna di queste esperienze mi ha regalato grandi AMICIZIE che rimarranno a vita. Se dovessi scegliere quale sia il ricordo più bello, sceglierei la promozione in Serie A della mia città, Pescara, tra l’altro conquistata insieme alla mia attuale compagna di squadra e amica, Federica De Vincentiis, che ha contribuito a renderla indimenticabile. La compagna che ha lasciato più il segno? Non fatemi perdere le amicizie! Dico solo che ho dei pezzetti di cuore disseminati per l’Italia!".

Sulla situazione generale attraversata dal movimento pallanuotistico: "C’è bisogno di più visibilità, di più fiducia in questo sport. In Italia non può esistere solo il calcio. Soprattutto Milano, una città così grande, potrebbe aiutare uno sport così bello e coinvolgente come il nostro - l'Apilongo pensiero - C’è bisogno di trasmettere più passione per questo sport per ogni fascia di età!".

Tra poco arriveranno le ferie ma è già tempo di pensare al futuro in acqua che la prossima estate potrebbe vederla protagonista anche ai Mondiali Master di Fukuoka: "I sogni nel cassetto sono tanti, ma ora sogno l’Europa. Se non fosse stato per il Covid molto probabilmente questo sogno si sarebbe avverato l’anno scorso. Ma adesso abbiamo fame di vittoria e vogliamo fare bene il prossimo anno, aldilà di ogni pronostico. Il Milano è tornato, “lasciate ogni speranza o voi che entrate” - conclude Gaia citando il buon Dante". E per una abituata a mantenere le promesse e raggiungere gli obiettivi prefissati, c'è da star certi che i sogni possono trasformarsi quanto prima in realtà.