Un intervento strategico per riuscire a “sanare” le mancanze nel fabbisogno sanitario regionale e che rientra in pieno sia nel Piano ospedaliero regionale che nella Rete dell’assistenza territoriale. È la formula scelta dalla Regione Campania per far sì che in breve tempo possano arrivare i fondi utili a “trasformare” l’ospedale “da Procida” - la struttura sanitaria di via Calenda dell’Azienda Ruggi utilizzata nell’era della pandemia come Covid Hospital - in un polo della riabilitazione di prim’ordine tale da diventare un punto di riferimento per l’intero Mezzogiorno. Lo sprint per i fondi, dunque, è partito: Palazzo Santa Lucia, infatti, ha preso atto del progetto di fattibilità tecnico- economica inviato nelle scorse settimane dagli uffici di via San Leonardo guidati dal manager Vincenzo D’Amato che, con una dettagliata relazione, ha segnalato alla Direzione Generale per la Tutela della Salute e Coordinamento del Sistema sanitario regionale (guidata da Antonio Postiglione ) tutti i dettagli del progetto previsto per l’ex sanatorio del Carmine Alto: un planning da 23 milioni di euro ritenuti necessari per i lavori edili da effettuare nella struttura e per l’acquisto di macchinari.
Nelle intenzioni dell’Azienda Ruggi, al “da Procida” dovrà sorgere un centro specializzato nella riabilitazione da cento posti con la creazione di un’Unità spinale, un Centro Risvegli e altre strutture a corredo per la ripresa dei pazienti che necessitano di cure molto particolari. Inoltre, nel progetto dell’Azienda Universitaria, è prevista pure la creazione di una dimora accanto al nosocomio di via Calenda per consentire sia l’assistenza post- ospedaliera ai pazienti in dimissione che ai familiari degli utenti. Come evidenziato nelle settimane scorse dal manager D’Amato, per completare i lavori saranno necessari 36 mesi dallo start del cantiere. Tre anni. E altro tempo non se ne vuole perdere per avviare il cantiere.
Per questo, adesso, Palazzo Santa Lucia ha inserito il nascente “polo della Riabilitazione” di Salerno fra gli interventi strategici per la Sanità regionale. Lo si desume dalla determina con cui si è preso atto dell’invio del progetto di fattibilità tecnico-economica per il centro. In primis, lo scorso 24 maggio, la Commissione Regionale per gli Investimenti Sanitari «ha espresso parere favorevole sull’intervento dopo aver esaminato la documentazione preliminare agli atti, in quanto rispondente al fabbisogno assistenziale». E proprio il “fabbisogno assistenziale” diventa il “cavillo” a cui aggrapparsi per andare a caccia dei finanziamenti necessari. Sempre nella determina di Palazzo Santa Lucia, infatti, viene evidenziato che «l’intervento che si intende realizzare risponde ad un fabbisogno sanitario insoddisfatto e risulta coerente con la programmazione sanitaria statale e regionale, di cui al Piano ospedaliero approvato il 28 dicembre del 2018 e di cui al Piano Regionale di Programmazione della Rete per l’Assistenza Territoriale 2016-2018 del 22 ottobre 2016».
Tradotto dal “burocratese”, la Regione Campania ha inserito il nuovo progetto del “da Procida” fra gli interventi prioritari per consentire alla Sanità della “terra felix” di mantenere i suoi livelli d’assistenza e cancellare delle carenze che si porta dietro da tempo. E la “coerenza” con i piani programmatici degli scorsi anni, inoltre, risulta essere un ulteriore assist per intercettare i fondi messi a disposizione dal Governo centrale. Una “mossa”, dunque, che può rivelarsi utilissima per accorciare ancora di più i tempi e cercare in pochi mesi di trovare la copertura all’intervento così da dare il via al cantiere. Poi ci vorranno tre anni. Soltanto dopo potrà essere completata la rivoluzione dell’ospedale “da Procida”.
FONTE: La Città
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