Prosegue la battaglia dei borsisti partecipanti al Concorsone Ripam della Regione Campania. Da poche ore, infatti, è in corso un nuovo sit-in di protesta a Napoli. Ad un mese dalla conclusione del corso di formazione, il futuro è più nebuloso che mai. Riportiamo, di seguito, il comunicato integrale con le richieste e le puntualizzazioni diffuse dal comitato #BastaProve - Tutte le ragioni:
"1) Con Il D.L. 44/2021 semplificazione il Governo ha previsto, durante la pandemia e per procedure quali il Concorso RIPAM/Regione Campania, la possibilità di svolgere una sola prova scritta selettiva, in deroga al bando. Quest’ultima è stata già svolta! Dunque il concorso potrebbe ritenersi concluso 2) Il concorso, iniziato nel lontano 2019, ha già compiuto appieno il suo scopo di selezione e formazione. Sono state svolte infatti anche una prova preselettiva, 10 mesi di tirocinio/lavoro presso le amministrazioni, e centinaia di ore di formazione complete di approfondimenti, quiz ed esercitazioni 3) La selezione è stata così dura che sui circa 300.000 partecipanti iniziali ne restano circa 1850, lo 0,6%. Addirittura sono rimasti scoperti più di 400 posti. Un’ulteriore prova selettiva quindi non solo sarebbe inutile, ma persino deleteria, oltre che un irresponsabile spreco di denaro pubblico 4) Vi è sempre più grave carenza di personale in tutte le amministrazioni. L’ANCI Campania e numerosi enti coinvolti hanno richiesto più volte l’urgente semplificazione totale del concorso e la rapida assunzione dei borsisti. Tutte queste richieste sono rimaste inascoltate 5) Tirocinio e formazione riempiono le giornate dei borsisti da 10 mesi a questa parte, con la conseguenza che in tanti hanno dovuto abbandonare altre opportunità lavorative. Molti sono padri e madri di famiglia. Porli di nuovo di fronte ad una prova con sbarramento significa rischiare di condannare le loro vite 6) Calendarizzare una prova a giugno è una decisione folle, perché verrà aggiunto continuamente nuovo materiale di studio fino al 28 maggio, e i borsisti saranno impegnati nelle amministrazioni fino al 31 maggio. Come se non bastasse, in queste settimane i borsisti dovranno elaborare anche un project work inerente al tirocinio svolto, da consegnare entro fine maggio 7) Il materiale di studio fornito ai borsisti è sconfinato, quantificabile in migliaia di pagine, e senza alcuna distinzione tra le categorie C e D. Nessun chiarimento riguardo gli argomenti della prova è stato fornito 8) Nell'ottica della preparazione alla prova, il tirocinio ha determinato una grave disparità di trattamento. Molti borsisti hanno svolto negli enti compiti non attinenti ai profili scelti. Inoltre, c’è chi lavora assiduamente in presenza presso le amministrazioni, e chi è da mesi in smart training da casa. Tutte queste situazioni comportano ovvie differenze di preparazione e di tempo impiegabile per lo studio, tutte non imputabili ai borsisti 9) Al termine del tirocinio, e a causa della prova, i borsisti rimarranno disoccupati per un periodo di tempo indefinito. Molti enti perderanno elementi chiave, ed essendo già in forte difficoltà, resteranno paralizzati 10) E’ altamente probabile un ennesimo prolungamento dei tempi concorsuali causato da assenze nel giorno della prova per casi di Covid tra i borsisti o per gravidanze 11) Infine, è innegabile il disappunto per la scelta incomprensibile di insistere con la procedura concorsuale, mentre al contempo vengono organizzati nuovi concorsi estremamente semplificati nei modi e nei tempi. La selezione è stata ampiamente svolta. La formazione è stata lunga e approfondita. Gli enti attendono con ansia l’assunzione dei borsisti. Cosa si aspetta dunque a porre fine al concorso e a procedere con le legittime e doverose assunzioni?".
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