La Provincia aveva messo alla porta la ditta che era risultata prima in graduatoria nella gara di aggiudica dell’appalto per la messa in sicurezza delle scuole sotto l’egida di Palazzo Sant’Agostino di buona parte del territorio che va da Salerno a Scafati. Ma per i giudici del Tar la procedura che ne aveva poi sancito l’esclusione era errata: e così, con una sentenza, la Prima sezione del tribunale amministrativo salernitano ha annullato l’aggiudicazione del bando alla Cardine, la ditta ritenuta idonea per effettuare gli interventi, dichiarando inefficace il contratto firmato fra le parti. È questo l’esito de ricorso presentato dalla Riccio Costruzioni, ditta edile che era risultata la prima classificata nella graduatoria del bando emanato negli scorsi mesi dalla Provincia, riguardanti gli interventi di ristrutturazione secondo le norme anti Covid degli Istituti dell’Area Centro-Nord del territorio che va da Scafati a Sapri, lavori per cui era prevista una spesa di 1 milione e 400mila euro. Adesso toccherà a questa società, secondo i giudici, concludere gli interventi ancora non effettuati negli istituti salernitani.
La delibera nel mirino. L’Ente di Palazzo Sant’Agostino, lo scorso 12 febbraio, aveva pubblicato la delibera con cui veniva definita l’aggiudica efficace della gara d’appalto alla Cardine: negli atti, si legge che la ditta salernitana aveva presentato un ribasso del 35,71% sull’importo previsto, dunque, di 659mila euro. Nel ricorso presentato al Tar di Salerno, presieduta da Leonardo Pasanisi , emergono i dettagli della vicenda. La Riccio Costruzioni, infatti, ha impugnato la determina del 27 gennaio scorso con cui venivano aggiudicati i lavori, lamentando che la stazione appaltante ha erroneamente applicato il principio del cosiddetto “taglio delle ali”, principio con cui viene effettuato il calcolo medio dei ribassi sulle offerte e che prevede esclusioni per anomalie che superano di 20% - per eccesso o difetto - il valore medio determinato. Per la Provincia, infatti, il ribasso della Riccio Costruzioni superava i limiti previsti dalla normativa escludendola dalla procedura.
Le valutazioni del Tar. Su questo punto c’è stata la prima “censura” del Tar: secondo il Codice degli Appalti, il “taglio delle ali” non prevede l’esclusione automatica di una ditta ma soltanto un accantonamento provvisorio dell’offerta: «Questo meccanismo - scrivono i giudici - ha carattere fittizio e non reale, nel senso che tale operazione è solo virtuale e non comporta de plano l’esclusione automatica dalla gara delle imprese”.
I calcoli dell’Ente. Poi l’attenzione del tribunale amministrativo si è soffermata sui calcoli effettuati dalla Provincia per trovare la soglia del “taglio delle ali”. In base alle 9 offerte presentate, i giudici evidenziano come correttamente sia stata individuata la soglia d’anomalia al 40,639%. Ma «errando nell’individuare l’aggiudicataria ». La Provincia, infatti, ha «definitivamente escluso e non accantonato» le due offerte “estreme” fra cui quella della Riccio Costruzioni che presentava un ribasso pari al 37,171%. Ovvero nei limiti della soglia d’anomalia e comunque più bassa rispetto a quella della Cardine a cui poi è stato aggiudicato l’appalto con base di 1 milione 400mila euro. In tutto questo, poi, la Cardine ha presentato un ricorso incidentale sulla questione, contestando la dichiarazione sui requisiti di moralità, la mancata presentazione di alcuni documenti utili per definire la partecipazione al bando e lamentando come la Riccio costruzioni non avrebbe «considerato l’aumento del costo dei materiali e le spese di trasporto dalla sede dell’azienda fino ai vari cantieri nella provincia di Salerno ». Tutti i tre punti sono stati respinti dal Tar che, invece, ha accolto il ricorso della Riccio Costruzioni, dichiarando l’inefficacia del contratto stipulato dalla Provincia e intimando all’Ente di disporre, entro 30 giorni, l’aggiudicazione dell’appalto alla Riccio limitatamente ai lavori ancora da eseguire.
FONTE: La Città
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