Sempre più giovani attratti dai rischi della ludopatia: la situazione in città preoccupa alla luce dei dati diramati dalla sede cavese del SerD (l’unità operativa del Dipartimento delle dipendenze patologiche dell’Asl di Salerno, diretto dal dottor Antonio De Luna) aggiornati a quest’anno, e che evidenziano un peggioramento della situazione tra i giovanissimi anche e soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria. Gli studenti in età adolescenziale sono, infatti, particolarmente affascinati dal gioco d’azzardo e almeno il 22% dei cavesi sono considerati soggetti a rischio per la frequenza con cui fanno uso di slot machine o scommesse telematiche. Il 6,1%, invece, lo fa in modo problematico. Dati, questi, evidenziati nell’ultima relazione a cura dell’unità operativa complessa del SerD, coordinata dal dottore Ciro Armenante in collaborazione con i responsabili dell’ambulatorio specialistico Dga (Gioco d’Azzardo), lo psicologo Giovanni Truono e l’assistente sociale Adriano Palumbo . Sono stati proprio i due specialisti a rintracciare la causa di tale situazione, apparsa più critica per le ripercussioni dell’emergenza sanitaria.
«La frustrazione dovuta alla didattica a distanza, l’isolamento e l’impossibilità di interagire con il gruppo dei pari ha spinto molti ragazzi a giocare d’azzardo con il computer di casa o con lo smartphone - spiega il dottor Truono -. Il gambling (il gioco d’azzardo, appunto, ndr) appare come un mezzo potenzialmente pericoloso per vincere la noia e per ricercare eccitazione, soprattutto per coloro che hanno una propensione al rischio. La maggioranza spende i soldi ottenuti principalmente dai genitori: preferiscono scommesse sportive e giochi online».
Nel report del SerD viene inoltre evidenziato che i segnali anticipatori più frequenti che indicano una dipendenza dal gioco d’azzardo riguardano l’emergere di sensi di colpa, il tentar di smettere senza riuscirvi, il continuo sperpero di denaro e nascondere a familiari ed amici la dipendenza. Ad emergere è la necessità di azioni deterrenti più incisive da parte delle istituzioni. «Lo Stato - sottolinea Truono - nell’ambito delle politiche di sanità pubblica di prevenzione deve svolgere un ruolo importante così come i genitori, i quali dovrebbero monitorare con più attenzione il modo in cui i figli gestiscono l’iniziale autonomia finanziaria». Al netto dell’incidenza del fenomeno tra i giovanissimi, c’è poi la diffusione del gioco d’azzardo in varie altre fasce d’età e che coinvolge una popolazione cavese di almeno 570 soggetti tra i 18 e gli 80 anni.
Una situazione che è sotto la lente del dipartimento dal 2004 (da quando è stato attivato il SerD in città) e alla quale si sta tentando di dare un freno. Il SerD, infatti, non si occupa solo di indagini sulla diffusione del fenomeno, ma anche di prevenzione. Gli specialisti dell’unità operativa cavese, infatti, da almeno sette anni effettuano il Progetto Fair Gambling, finalizzato sia alla prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo sia all’attuazione di indagini conoscitive riguardanti la diffusione del fenomeno, consapevoli del fatto che sempre più adolescenti - se esposti a situazioni di gioco d’azzardo, benché a loro vietato dalla legge sono vulnerabili ai suoi prevedibili rischi. Contestualmente, da settembre, è attivo sul territorio cittadino uno sportello di ascolto a cura dell’Aidd, l’associazione italiana delle dipendenze, gestito dal presidente Rossano De Angelis e dalla dottoressa Patrizia Amato, per supportare i soggetti ludopatici e arginare il fenomeno.
FONTE: La Città
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