Almeno 700mila euro spesi per dirimere contenziosi legali e almeno sei anni di ritardo rispetto alla data fissata ad avvio del cantiere: sono questi i numeri della lunga e travagliata strada che è stata percorsa per la realizzazione del Trincerone Est. Questioni giudiziarie hanno contrapposto e puntellato in più fasi i rapporti tra Palazzo di Città e la cordata che si è aggiudicata l’appalto da 8 milioni di euro di fondi europei stanziati dalla Regione Campania. E, infatti, a sbloccare l’opera - ormai pronta ma chiusa e ancora non fruibile al pubblico - è il versamento di 550mila euro all'associazione temporanea formata dalle imprese Fadep (capogruppo/mandataria), Andreozzi Costruzioni (mandante, a cui è subentrata la Vive) e Armafer (mandante), nonché al raggruppamento temporaneo composto da Ove Arup & Partners International Ltd - Arup Italia - A.G.M.P.S che erano ricorse al Tribunale delle Imprese di Napoli. La somma, si precisa nella determina che sblocca i fondi, è versata «a tacitazione e saldo di ogni e qualsiasi pretesa risarcitoria presente e futura vantata per l’appalto».
FONTE: La Città
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