Cico è tornato al supermercato Pam. A chiedere l’elemosina come tutti i giorni. «Sono nigeriano, vivo a Battipaglia da 4 anni, non avevo mai subito una violenza così» racconta. Tanti anziani lo circondano. Per esprimere solidarietà. Per dirgli di non mollare contro i violenti. Molti ebolitani provano vergogna per il pestaggio del branco. Cico parla poco: «Sono sbucati da tutte le parti, non conosco le persone che mi hanno ferito». Una signora anziana si indigna: «La prossima volta chiama me, che vengo a prenderli io con la mazza ». Cico sorride, negli occhi gli si legge ancora tanta paura. La gente gli chiede delle ferite. Il nigeriano si toglie il cappello e mostra la ferita alla testa. Un cerotto bianco copre i cinque punti di sutura. Sul corpo, l’africano, porta gli altri segni del pestaggio. I medici gli hanno dato sette giorni di riposo. Lui è tornato già a “lavoro”. A chiedere un’offerta, ai clienti del supermercato. Gli attestati di solidarietà si susseguono senza sosta. Finchè un altro anziano sbuffa: «Ora però basta, lasciatelo lavorare che con tutta questa confusione gli fate perdere i soldi delle offerte». Cico si volta e sorride. Felice dell’affetto intorno a lui. «Questa città è diventata irriconoscibileafferma Giuseppe P.- speriamo in una reazione rapida del commissario prefettizio». Parole di condanna era arrivate giovedì da Cosimo Naponiello, titolare del supermercato: «Questo pestaggio mi ricorda tanto gli anni Ottanta, quando in città si girava armati di bastoni ».
La reazione politica. Sulla vicenda interviene il Pci di Alfonso Del Vecchio : «Anche Eboli raccoglie i frutti di un vuoto sociale e culturale senza precedenti. La vittima avrebbe potuto essere chiunque, un italianissimo senza tetto come un loro coetaneo. Una gang di teppisti che giocano a fare gli eroi danneggiando un'auto o una vetrina, tirando sassi ad un cane o ad una finestra, provocando chiunque per strada. Indisturbati, tra l'indifferenza generale e la mancanza di deterrenti. Urgono servizi sociali dedicati ai più giovani che possano indirizzarli verso attività, sportive o culturali, che li distolgano dalla dinamica del branco».
L’inchiesta. Le indagini sul pestaggio sono alle prime battute. I carabinieri di Eboli, agli ordini del capitano Emanuele Tanzilli e del tenente Massimo Di Franco, avrebbero identificato tre minorenni. Tra loro c’è anche il figlio di un affiliato al clan Maiale. Molti ragazzi del branco avevano il viso travisato dal cappuccio della felpa e dalle mascherine anti Covid. L’identificazione, però, non sarà complicata. Ci sono le immagini delle telecamere private. I negozianti del viale Amendola sono sicuri: «Si tratta del gruppo di piazza Carlo Levi. Sempre loro. Spacciano droga, litigano e provocano danni tutto il giorno». La spavalderia del branco è evidente. In piazza Carlo Levi stazionano di sera, senza mascherine. Aggrediscono gli uomini di colore. Qualche anno fa, nei pressi di una farmacia poco distante dallo slargo, venne malmenato un altro ragazzo di colore. Sempre per futili motivi. Il pestaggio al supermercato Pam è avvenuto in due momenti diversi. Il nigeriano era poggiato alla ringhiera quando alle sue spalle sono arrivati tre ragazzi minorenni che hanno aizzato il cane contro l’uomo di colore. Cico ha reagito, colpendo d’istinto il bullo. Sghignazzando tra di loro, i minori sono andati via. Pochi minuti dopo è arrivato il branco. Per il pestaggio razziale e vigliacco, in dieci contro uno.
FONTE: La Città
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