Ha ottenuto la messa alla prova presso una comunità specializzata il 16enne di San Valentino Torio sotto accusa per insulti, aggressioni e minacce a sfondo razzista nei confronti di un coetaneo di origini africane, originario del Marocco e residente nella città dell’Agro nocerino sarnese. In particolare, il 16enne era finito sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Salerno, con un primo periodo cautelare trascorso in una struttura della provincia di Napoli, specializzata in casi del genere. Imputato per accuse di lesioni e stalking, il ragazzo, difeso dall’avvocato Cosimo Vastola, rispondeva della ulteriore contestazione dell’aggravante razziale formulata dai magistrati.
Dalle ricostruzioni partite dalla denuncia della vittima, il ragazzo di San Valentino Torio aveva insultato e aggredito più volte, nel corso del 2020, un 16enne di origine africana, anche lui residente in città. Il primo passaggio dell’attività investigativa riguardava la denuncia presentata dal padre del ragazzo straniero, con quest’ultimo che era venuto a conoscenza di diversi episodi che si erano protratti nel tempo. Il giovane finito nel mirino del coetaneo, poi, aveva confermato i fatti al genitore e davanti al pubblico ministero della Procura minorile salernitana, raccontando di insulti a sfondo razziale e aggressioni portate avanti nella sua versione fino a maggio del 2020, con ulteriori atteggiamenti di minaccia consumati ogni volta che c’era occasione di un incontro in strada.
Successivamente al provvedimento che imponeva la permanenza in una struttura specializzata di accoglienza, misura cautelare legata all’interrogatorio di garanzia, il 16enne era comparso dinanzi al giudice delle indagini preliminari per essere ascoltato nel dettaglio delle contestazioni mosse contro di lui. «Solo una volta», aveva precisato rispetto alla pluralità di episodi sintetizzati nel capo d’accusa, articolato con la doppia contestazione di lesioni e stalking aggravate dal razzismo. Davanti al giudice, inoltre, il minorenne indagato aveva sostanzialmente ammesso i fatti provando a ridurre la portata delle contestazioni, spiegando di aver commesso una sola aggressione nello specifico, verificatasi nel maggio del 2020, periodo immediatamente precedente all’emissione della misura.
FONTE: La Città
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