«De Luca aveva avocato a sé il progetto del Crescent». Affondo delle parti civili nell’Appello del processo Crescent. Ieri, in aula, è stata la volta dell’avvocato Oreste Agosto che assiste il Comitato “No Crescent”. L’ex sindaco di Salerno aveva investito molto della sua credibilità politica nell’opera di rivoluzione urbanistica dell’area di Santa Teresa. Ai giudici della Corte di Appello di Salerno, l’ex primo cittadino, secondo la parte civile, sulla procedura di sdemanializzazione ed acquisizione dell’area, avrebbe avuto il “controllo esclusivo” dell’attuazione del progetto quando «l’iniziativa non poteva essere intrapresa dal sindaco».
Per il Comitato No Crescent, l’edificio realizzato, rispetto a quello approvato dal Pua nel 2008, è diverso. «I successivi titoli edilizi e paesaggistici, pertanto, riguardano un diverso progetto dell’edificio, totalmente difforme da quello del progettista Bofill», dice l’avvocato Agosto, Infatti, con lo stralcio “sparirono” le due torri (che dovevano essere ad uso pubblico) e la parte dell’edificio a “trapezio”. Pertanto, dice l’avvocato Agosto, l'opera «doveva non servire per finalità ed interventi di interesse pubblico della cittadinanza, ma per finalità edificatorie da parte di privati in violazione clamorosa del vincolo decennale di inalienabilità». Il processo Crescent di appello (in primo grado furono assolti tutti gli imputati) si avvia verso la conclusione. Alla prossima udienza saranno sentiti gli ultimi difensori. Intanto, la Procura generale, rappresentata eccezionalmente dal procuratore aggiunto Rocco Alfano e il sostituto Guglielmo Valenti , hanno chiesto la condanna per gli imputati. E, dunque, per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca .
«Evidente la penale responsabilità dell’ex sindaco di Salerno, condannatelo ad 1 anno e 6 mesi di reclusione»: è questo, in sintesi, l’esito della lunga e doppia requisitoria. E non solo. L’accusa ha chiesto che venga disposta la confisca dell’edificio del Crescent e della relativa area con destinazione al patrimonio comunale. «In tema di lottizzazione abusiva, come dice la Cassazione, la confisca può essere disposta anche in presenza di una causa estintiva del reato determinata per prescrizione, purché la sussistenza del fatto sia stata già accertata nell’ambito di un giudizio che abbia assicurato il pieno contraddittorio », ha detto l’avvocato Agosto, agganciandosi alla richiesta dei due magistrati inquirenti. I pm avevano chiesto anche le condanne per i dipendenti comunali Lorenzo Criscuolo (1 anno e 2 mesi) e Matteo Basile (1 anno e 2 mesi), per i funzionari della Soprintendenza Anna Maria Affanni (1 anno e 2 mesi) e Giovanni Villani (1 anno e 2 mesi), per i costruttori Eugenio Rainone (1 anno e 4 mesi) e Rocco Chechile (1 anno e 4 mesi).
FONTE: La Città
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