Rischia di diventare un vero e proprio rebus il futuro degli studenti che hanno conseguito il proprio titolo all’ateneo di Salerno grazie alla “collaborazione” dei dipendenti infedeli. Per conoscere il loro destino bisognerà attendere la fine del delicato iter giudiziario che seguirà all’operazione messa a segno dalla Guardia di Finanza di Salerno, con 42 persone (inclusi laureati e familiari degli stessi) iscritte al registro degli indagati, oltre ai due dipendenti arrestati e posti ai domiciliari. Il dato certo è che i vertici dell’Università confermano di trovarsi di fronte ad un «caso unico e senza precedenti», che richiederà un’attenta analisi. Bisognerà, in parole povere, prendere in mano il regolamento di ateneo e “spulciarlo” con estrema attenzione per chiarire le fattispecie di illecito in cui siano incorsi gli ormai ex iscritti a Unisa che hanno concluso il percorso di studio, nonché gli attuali studenti che hanno conseguito esami con la modalità descritta dagli inquirenti, per non parlare delle immatricolazioni a Medicina e dell’inserimento in una determinata fascia di reddito.
Una vicenda, quella portata alla luce dall’inchiesta, che quindi presenta ancora numerosi punti interrogativi, anche in ragione del fatto che i “titoli falsi” (da capire peraltro a quando risalgano e quanti di essi siano stati già emessi) non rappresentano semplici pezzi di carta. Potrebbero essere ad esempio sventolati dai “dottori” per partecipare a concorsi e avere accesso a determinate professioni, laddove ciò non sia già accaduto. Allo stato delle cose è ancora prematuro parlare di provvedimenti da parte dell’ateneo, almeno finché la posizione e l’eventuale ruolo degli studenti indagati (e delle rispettive famiglie, anch’esse nel mirino della Procura) non sarà alla luce del sole, ma gli accertamenti non mancheranno. Con lo stesso scrupolo che ha spinto, del resto, il rettore Vincenzo Loia e la dirigenza di Unisa, a segnalare le anomalie nel sistema informatico da cui è scaturito il lavoro della magistratura.
Una complessa attività investigativa che ha consentito di appurare come i “momenti chiave” delle carriere universitarie degli stessi siano stati condizionati da elementi tutt’altro che limpidi, il tutto a scapito dei colleghi dello stesso dipartimento che si sono laureati con il proverbiale sudore della fronte Nel frattempo, in riferimento all’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno, conseguente proprio alle irregolarità amministrative rilevate, lo stesso rettore Enzo Loia ha voluto ringraziare la Procura di Salerno e la Guardia di Finanza, sottolineando: «Desidero esprimere alla Procura di Salerno, diretta dal dottor Giuseppe Borrelli, il nostro apprezzamento per il lavoro svolto. L’ateneo ha collaborato nella più completa trasparenza con la Magistratura e gli organi inquirenti per l’individuazione delle irregolarità oggetto delle indagini. Questa vicenda ha permesso all’ateneo di individuare adeguati correttivi e di irrobustire la piattaforma tecnologica ad ausilio di processi amministrativi sempre più rigorosi. L’Università di Salerno porrà sempre la massima attenzione a garanzia delle carriere e del futuro dei suoi studenti».
FONTE: La Città
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