"Queste passioni è quasi un secolo che di padre in figlio si tramandano, è troppo forte questo sentimento che io porto dentro. Gioie immense, forti emozioni". Parafrasando il ritornello di una nota canzone di Gianni Togni poi diventato illustre coro da stadio, è possibile riassumere l'indissolubile legame tra un padre, una figlia e l'amore per la Pallanuoto. E' la storia di Fabrizio e Camilla Sgrò che in acqua hanno passato gran parte della propria vita e continuano a farlo. Nel giorno della Festa del Papà abbiamo provato a ricostruire in sintesi questa bella favola sportiva dalle dirette voci dei protagonisti. Partendo dalla più piccola.
Classe '99, Camilla è attualmente uno dei punti di forza della Napoli Nuoto che domenica andrà a caccia dei primi tre punti stagionali contro il Cosenza. Ma riavvolgiamo il nastro partendo dalle origini: "I miei genitori si sono conosciuti proprio in piscina, tra palloni e calottine, quindi più che passione, è una cosa che mi accompagna da tutta la vita - confida ai nostri microfoni - Mi ricordo che il sabato mattina saltavo la puntata dei cartoni perché dovevamo tutti correre a Roma per la partita di mia zia, ed io non vedevo l’ora sopratutto perché sapevo di dover entrare in quella grande piscina con i “grandi signori” disegnati sui muri (Foro Italico). La Pallanuoto è sempre stata parte di me, un qualcosa che mi ha formato sia nello sport che nella vita. Scegliere questa disciplina è stata per me una cosa naturale, ovviamente nata in una famiglia sportiva mi è stata insegnata fin da subito la mentalità sportiva, l’organizzazione quotidiana in cui non mancano mai gli allenamenti. Che sia chiaro, non sono mai stata costretta a allo sport; ma vedere una zia in tv, avere per la casa medaglie e calottine è stato solo uno stimolo a voler continuare le orme della mia famiglia".
E ad avere attitudine al sacrificio e all'abnegazione: "Penso che una delle cose più importanti che mi ha insegnato la Pallanuoto ma più che altro lo sport in generale - aggiunge Camilla - è il sapersi organizzare. Cercare di dividere il proprio tempo per poter fare tutto e dare il meglio in tutto. Sono una studentessa di lettere moderne e prima di questo brutto “mostro virale” lavoravo come istruttrice allo Stadio del Nuoto a Caserta, ovviamente sono anche un atleta del campionato di A2. La sera si torna a casa stanchi, qualche week-end salta l’uscita ma non è impossibile da gestire, sono sacrifici che lo sport ti insegna e alla fine ripaga".
Venendo ai nostri giorni: "Che dire... Personalmente lo stop improvviso per il COVID-19 è stato un trauma. Allenarsi il giorno prima e non poterlo fare il giorno dopo è stato abbastanza destabilizzante, sopratutto per noi atleti di sport acquatici, attività da non poter fare in modo amatoriale a casa. Per quanto riguarda i nuovi protocolli, penso siano un giusto compromesso per poter continuare ad allenarci e giocare i vari campionati, ovviamente cercando sempre al meglio di tutelare atleti e club. Il passaggio alla Napoli Nuoto è stato abbastanza semplice. A settembre mi chiamò Roberto Vestuto, ad oggi il mio allenatore, parlandomi di un possibile passaggio di società (dal Flegreo, ndr) poi venendo a conoscenza che grandi pilastri della Pallanuoto italiana come Carlo Silipo, Fabrizio Buonocore, Francesco Postiglione sono a capo di questa società, la decisione è stata semplice. Il progetto della femminile è nuovo ed io sono contenta di farne parte, siamo un gruppo giovane con qualche innesto di alta esperienza. Ovvio quest anno le condizioni per disputare un campionato sono complicate, bisogna stringere i denti e resistere contro tutte le avversità".
Rituffandosi nel (recente) passato: "Non ho un ricordo al quale sono più affezionata, forse quando ho vinto il campionato italiano giovanile Under 17 con il Rapallo nel 2016 o sempre nello stesso anno la vittoria della Liguria nel Trofeo delle Regioni, le convocazioni ai primi collegiali con le Nazionali giovanili o ancora l’inizio: con la mia prima squadra, le mie prime compagne, le prime partite non sapendo la miriade di emozioni che mi avrebbe poi portato la Pallanuoto".
E tornando alla tradizione familiare. "Qui parliamo di “affari di famiglia”...mia zia, Simona Abbate", evidenzia Camilla nel rispondere alla domanda su quale fosse stato il suo punto di riferimento agonistico in chiave rosa, "vedere la sua tenacia, bravura e poterne usufruire attraverso consigli ed accorgimenti sono sempre stati di grande aiuto ed esempio per me, sia dentro che fuori dall’acqua". Una tradizione destinata a continuare anche in futuro grazie alle giovani leve di parte paterne. Le cugine Beatrice e Valentina (figlie di zio Matteo), infatti, fanno passi da gigante e assaporano già l'aria delle grandi occasioni con la prima squadra del CSS Verona: "Beh alle mie cugine auguro di vivere a pieno questo sport, di poter trarre qualsiasi piccolo dettaglio, insegnamento sia sportivo che non, dall’allenatore, dalle compagne grandi e piccole, ma anche dalle avversarie. Avere sempre fame d’imparare sia dalle vittorie che dalle sconfitte ed ovviamente divertirsi!".
In conclusione: "Sogno individuale: migliorare sempre, crescere ed arrivare a giocare a livelli alti, un giorno anche in Nazionale - chiosa il difensore che ha indossato anche le calottine di Volturno e Acquachiara - Per quanto riguarda quelli di squadra, auguro a tutte noi di crescere e cercare di costruire, “mattoncino dopo mattoncino”, un futuro di successi nella massima serie".
PAROLA AL PAPA'
Fabrizio Sgrò fa parte della generazione di grandi pallanuotisti vissuti tra il boom europeo di questo sport ed una fase di transizione che ha portato con la mano le nuove generazioni a superare i primi step per fare il grande salto in azzurro o con i rispettivi club. A lungo numero 1 della Leonessa Brescia, prima giocatore e poi in altre vesti tecniche e dirigenziali Fabrizio analizza subito i cambiamenti che il suo ruolo ha subito negli anni e quali modelli, invece, hanno ispirato il suo percorso: "La Pallanuoto è cambiata molto in tutti gli aspetti e, in meglio rispetto i miei tempi; ho trovato anche molti cambiamenti dalla mia ultima stagiona a Brescia nel 2009/2010 ad oggi - spiega - Ho la fortuna di osservare e di confrontarmi con Marco Del Lungo (attuale portiere dell'AN Brescia e del Settebello, ndr) e la sua posizione in acqua è diversa, il modo di muoversi da palo a palo è cambiata totalmente ma soprattutto è cambiata la preparazione. Una volta vidi un allenamento a Recco e notai Attila Farago, e mi rimase impresso, ero atleta della giovanili a Brescia, agli inizi, senza ruolo. All’epoca in Serie B arrivò come portiere Silvester Fekete, ungherese; parava i rigori con i piedi!. Credo che la mia ispirazione partì proprio ad immagine loro. Il ricordo sportivo a cui sono più legato è sicuramente accaduto a Berlino dopo esser subentrato a Goran Volarevic per infortunio, a fine partita ricordo ancora come fosse oggi l’abbraccio e le parole con Piero Borelli e Sandro Bovo".
L'attenzione si sposta poi sui già citati "affari di famiglia": "La Pallanuoto è la mia più grande passione, ogni ruolo ha un valore aggiunto alla mia persona; essere padre di Camilla è una sensazione unica che mi riempie di gioia. Quello che le auguro e suggerisco spesso è di saper sacrificarsi sempre e di divertirsi fino alla fine senza mai perdere sorriso ed entusiasmo".
Infine un'attenta riflessione sullo status attuale della Waterpolo in Italia, partendo proprio dai settori giovanili passando poi alle novità di casa Setterosa e Settebello: "Bisogna entrare nelle scuole, oggi è importante per il momento che stiamo vivendo di dare a tutti la possibilità di entrare in piscina proponendo una delle molteplici attività acquatiche che offre la Federazione tramite le scuole nuoto collaborando con le società di gestione a incentivare gli ingressi dalla scuola nuoto al mondo agonistico. Ovviamente una volta passato questo incubo Covid - analizza Sgrò senior - Ho iniziato a seguire la Pallanuoto femminile per Nicoletta, mamma di Camilla, e mia cognata Simona Abbate. E’ evidente e chiaro che era necessario un cambio, Carlo Silipo è la scelta giusta e farà fare al Setterosa il giusto percorso. Il Settebello, invece, sta lavorando molto intensamente e sono convinto che faranno bene".
Chiusura dedicata alle prospettive dei club al momento a lui più cari: "Vivo la realtà dell’AN, nonostante il momento mondiale la squadra è ben affiatata, unita e lavora molto; ci sono molte individualità forti che si sono ben incastrate tra loro. Sono seriamente convinto che lo Scudetto e la Champions è a loro portata - conclude - Sono orgoglioso che mia figlia Camilla sia atleta della Napoli Nuoto e per il progetto di cui ne fa parte; sono certo che Fabrizio, Carlo e Francesco stiano facendo un gran lavoro".
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