Si temeva che avesse una neoplasia, in realtà aveva ingerito un nocciolo di ciliegia che ha rischiato di condurlo alla morte. Un anziano di 78 anni soffriva da tempo di crisi respiratorie e polmoniti finché non è stato ricoverato al presidio ospedaliero di Polla. Qui, ricoverato nel reparto di Pneumologia, diretto dal dottor Bruno Cono, mentre era in preda all’ennesima crisi di affanno e tosse, è stato sottoposto ad una tac toracica che aveva evidenziato una formazione endobronchiale sospetta. A quel punto il dottor Cono ha chiesto un consulto al reparto gemello di Eboli, diretto dal dottor Damiano Capaccio dove si effettuano interventi di rimozione dei corpi estranei. Dell’equipe facevano parte: Iolanda Cirillo, Teresa Quaranta e Giovanna Rizzo.
Ed è stato proprio al Maria Santissima Addolorata che l’equipe di pneumologia ha scoperto la presenza del corpo estraneo che il paziente doveva aver ingerito da almeno due anni, senza essersene reso conto. Intorno a quel nocciolo di ciliegia si era formata una massa tale da far sospettare un tumore che aveva di fatto occluso il bronco inferiore del polmone destro. Utilizzando una tecnica all’avanguardia, in anestesia locale con broncoscopio flessibile, per cui la pneumologia di Eboli vanta la miglior casistica a livello provinciale, se non regionale, il corpo estraneo è stato rimosso. Ad Eboli sono stati studiati casi in cui il corpo estraneo risaliva addirittura a tredici anni prima.
«Quando si tratta di persone anziane – ha spiegato il dottor Capaccio – spesso non si accorgono di aver ingerito qualcosa e resta lì per anni. I corpi estranei sono sempre una emergenza nella prima infanzia per il rischio di soffocamento che può portare a morte. In età adulta dopo una prima fase caratterizzata da tosse stizzosa persistente per alcuni giorni la sintomatologia tende a diminuire manifestandosi periodicamente con accentuazione della tosse per polmoniti recidivanti alla stessa regione polmonare, fino a quando non viene effettuata una radiografia o una TC Torace». E l’equipe di Eboli ha trovato nella vasta casistica in cui è intervenuta davvero di tutto nei polmoni dei pazienti: noccioline, arachidi, tappi delle penne nei bambini, spine di pesce, ossi, denti e perfino protesi dentarie negli adulti.
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