“Era nell’aria e purtroppo si è avverato. Anche il contrasto all’emergenza pandemica è solo una questione di soldi”. Dice nella nota il segretario generale Cisl Fp Pietro Antonacchio. “D’altra parte è questo il credo imperante in tutte le multinazionali anche farmaceutiche, per cui a far muovere il mercato sono i prezzi cui ognuno è disposto a pagare, mettendo in secondo e forse ultimo piano la salute e la vita degli individui. Appare evidente che un’organizzazione di una campagna vaccinale avrebbe dovuto ipotizzare che già dal primo momento si doveva garantire a distanza di 20 giorni i richiami, mettendo in depositi se non proprio il 50% almeno il 30/40%”.
“Dubitiamo che ciò sia avvenuto. Infatti la gara era a chi ne faceva di più, anche tra tutte le strutture sanitarie pubbliche e, la stessa regione, tirava lo sprint per vincere una gara, solo ed esclusivamente mediatica, a chi era il migliore, incurante del rischio che si poteva correre”. “Speriamo che da subito si provveda a conteggiare e ad approntare scorte atte a garantire la continuità delle vaccinazioni, altrimenti il rischio che si corre è che tutta la fase possa venire invalidata, per mancata continuità assistenziale”. Continua Antonacchio. “In questi casi, pur consapevoli che il mancato approvvigionamento non è imputabile alle strutture sanitarie e qualora tale eventualità possa verificarsi, sulle stesse corre l’onere di non aver programmato adeguatamente i richiami e questo è sicuramente una grave colpa in capo ai Responsabili dei Team Vaccinazioni Covid creati all’occorrenza e a tutta la ipotetica improvvisazione ed approssimazione messa in campo”.
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