Dopo un lavoro di stesura e limature iniziato nel 2019, con il voto bipartisan del Consiglio Comunale, è diventato effettivo il Regolamento per la gestione degli orti urbani. L’impianto (dopo faticosi compromessi e dibattiti) è stato varato ma, nei fatti, può essere applicato - almeno per ora - soltanto a un unico terreno. Si tratta di 938 metri quadri nel Quartiere Italia, dove già la destinazione d’uso è definita ed è quella prevista dal regolamento. In questo unico caso dovrà essere messo a punto un bando e l’area potrà essere assegnata.
Terreni e fondi. Per il resto, invece, è stato messo a punto dagli uffici tecnici del Comune un elenco con una serie di terreni (a Brignano, Fuorni e a Mariconda) che potrebbero essere utilizzati come orti urbani ma che non hanno questa destinazione d’uso. Dovrà essere, quindi, la giunta comunale a stabilire la nuova sorte di questi spazi di verde che sono di proprietà del Comune ma che sono incolti e inutilizzati. Infine, assicura la presidente della commissione Politiche sociali, Paola De Roberto , «con l’approvazione del Regolamento abbiamo la possibilità, insieme con i colleghi della commissione Urbanistica, di poter individuare ulteriori spazi che possono essere utilizzati in questo modo». Ed è iniziata anche la ricerca di fondi per un primo intervento di riqualificazione e di pulizia di questi terreni (compresi gli allacciamenti ai servizi) prima che siano affidati.
Il nuovo regolamento. Come si premette nel testo, «con la realizzazione degli orti urbani e periurbani, il Comune destina aree del proprio territorio alla coltivazione di specie ortoflorofrutticole, persegue in tal modo il recupero e la valorizzazione del territorio con l’obiettivo di ottenere un impatto positivo in termini ambientali, sociali, sanitari, economici e culturali». In particolare la coltivazione dell’orto «permette l’autoconsumo di prodotti agricoli di qualità, la riduzione dei pesticidi, la riduzione dei consumi di carburante per i trasporti, la conservazione della biodiversità, favorisce l’attività fisica e la vita all’aria aperta, crea momenti di socialità e stimola l’interesse e la vitalità specialmente nelle fasce di popolazione più anziana».
L’iter per la concessione. Per avere in concessione un orto urbano bisogna essere residenti nel Comune di Salerno; dimostrare di non essere un imprenditore agricolo come attività di lavoro principale; non avere in uso, in concessione, in possesso o in proprietà appezzamenti di terreno che si trovino nel territorio del Comune di Salerno; avere almeno 18 anni e non appartenere ad un nucleo familiare cui sia già stato concesso un orto. Per quanto riguarda le associazioni (riconosciute o non riconosciute), le fondazioni, le cooperative sociali, le organizzazione di volontariato, o ogni altro ente collettivo potranno fare richiesta se hanno scopo di lucro e sono state costituite da almeno due anni con finalità di tipo sociale o ambientale. La concessione delle particelle in coltivazione, precisa il Regolamento, “è a titolo temporaneo e avrà la durata di tre anni a partire dal giorno successivo alla relativa comunicazione di assegnazione dell’orto urbano all’interessato (persona fisica o giuridica). Scaduti i tre anni è previsto nel Regolamento “si avrà il rinnovo automatico della concessione, nel caso di assenza di comunicazioni contrarie da parte degli assegnatari, fino ad un massimo di due rinnovi oltre a quello di assegnazione”. Per il primo anno, in via sperimentale, è stabilito un canone a forfait di 50 euro. A partire dal secondo anno, il canone sarà determinato con un provvedimento della giunta, tenuto conto dei costi complessivi ed effettivi sostenuti per la gestione dell’area. In ogni caso non si possono superare i 100 euro all’anno.
FONTE: La Città
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