Ha atteso per una settimana che venisse sottoposto dall’Asl al tampone richiesto non appena gli sono comparsi i sintomi che potevano far pensare ad una positività. Nel frattempo anche la suocera, semi allettata, ha cominciato a stare male e nonostante le richieste di aiuto al 118 neppure lei è stata ospedalizzata. Le condizioni dell’anziana donna si sono aggravate lentamente e ieri mattina è stata trovata a letto priva di vita. La denuncia, carica di rabbia e dolore arriva da un infermiere in servizio al Ruggi e residente nella zona orientale di Salerno.
Inferno andata e ritorno. La possibilità, da evitare, di guardare in faccia il nemico invisibile che, minuto dopo minuto, ti sottrae fiato e forze. La paura di non farcela, di aver lasciato ancora qualcosa da fare in questo percorso terreno e la consapevolezza che, di là di quella porta chiusa, qualcuno ti sta aspettando, che vuole rivederti per continuare il percorso insieme. La tua famiglia, i tuoi amici, la tua vita che deve continuare nonostante quella maschera, salvavita, che ti toglie ogni forza. “E comprendi in quei momenti vuoti di angoscia di come stavamo meglio prima. Di cosa rischiamo di perdere. Ma soprattutto di ciò che potevi fare ancora. E devi farlo, devi combattere e rialzarti anche se al tuo fianco qualcuno lo vedi andare via per sempre. Ma una cosa voglio dirla, il covid esiste ed è tremendo. Non sottovalutatelo e usate tutte le precauzioni possibili”. Il racconto di un cittadino salernitano che fa rabbrividire, riuscitosi a salvare in calcio d'angolo grazie ad una tardiva ma fondamentale somministrazione di eparina.
FONTE: Cronache
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