BARONISSI: L'ORDINANZA
Il Sindaco di Baronissi Gianfranco Valiante, con l’ordinanza n. 92 firmata oggi, sulla base dei dati epidemiologici registrati negli ultimi giorni, ha deciso la sospensione delle lezioni in presenza per i bambini della scuola dell’infanzia e delle prime classi della primaria che sarebbero dovute ripartire, per effetto dell’ordinanza regionale n.90, il prossimo 24 novembre. Prosegue, quindi, anche per i più piccoli di Baronissi la didattica a distanza fino al 30 novembre. Il provvedimento è stato adottato dal sindaco Valiante – al termine del COC che si è riunito ieri mattina – ? sulla base di dati che vede la curva dei contagi salire, con 225 positivi attualmente in città e il coinvolgimento di trentasette interi nuclei familiari con ventidue bambini da 0 a 10 anni in quarantena. Ad oggi, sono stati sedici i bambini (da 0 a 10 anni) contagiati al covid, sei ancora positivi; molti gli under 18. “E’ un provvedimento adottato sulla base di dati epidemiologici ben chiari – sottolinea il sindaco Gianfranco Valiante – sentito il COC, dopo un confronto con le dirigenti scolastiche che fanno parte del tavolo istituzionale sulla scuola, si è decisa la prosecuzione della didattica a distanza anche per i più piccoli, visti i contagi nel nostro territorio, di gran lunga superiori a quelli di ottobre quando fu disposta dalla Regione Campania la sospensione dell’attività in presenza. La Dad – vista anche l’attuale difficoltà di accesso ai tamponi antigenici dello screening scuola – proseguirà fino al 30 novembre. Poi verificheremo i dati e assumeremo le conseguenti decisioni”. L’ordinanza di oggi prevede anche la chiusura pomeridiana e nei giorni prefestivi e festivi del cimitero cittadino e il contingentamento degli accessi. In particolare, il lunedì sarà consentito l’accesso alle famiglie con le iniziali del cognome con le lettere A-D; il martedì lettere E-H; il mercoledì I – N; il giovedì O – R e il venerdì S – Z. Il cimitero sarà aperto dalle 7.00 alle 12.30.
L'INCENDIO
Questa mattina intorno a mezzogiorno in via Velia si è evitato un incendio in un appartamento al quarto piano al cui interno vi era una coppia con la figlia. Ad aver preso fuoco è stata una bombola del gas di una stufa. Sono intervenuti sul posto i volontari dell’Humanitas, i carabinieri e i vigili del fuoco. Il tempestivo intervento di questi ultimi ha permesso di domare subito le fiamme ed evitare il peggio. Paura tra i passanti e i condomini del palazzo dell’appartamento in questione. Nell’intervento di questa mattina ci sono state alcune difficoltà: il camion dei vigili del fuoco non è riuscito ad accedere in via Velia a causa delle auto in sosta sia sul lato destro che sinistro della carreggiata. Questa situazione non è nuova per i residenti di via Velia che da tempo lamentano grandi difficoltà di passaggio per camion o mezzi più grandi in quella strada proprio per la questione parcheggi. Fortunatamente i vigili del fuoco questa mattina sono intervenuti anche con un mezzo più piccolo, in grado di passare tra le auto in sosta, mentre il camion più grande è rimasto bloccato nei dintorni. (aSalerno.it)
DETENZIONE ABUSIVA
I Poliziotti del Commissariato di P.S. di Nocera Inferiore (SA) hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica un uomo di 65 anni per detenzione abusiva di arma da fuoco e relativo munizionamento nonché per porto in luogo pubblico di armi/oggetti atti ad offendere. Gli Agenti hanno compiuto una perquisizione domiciliare scoprendo un piccolo arsenale illegale a disposizione dell’uomo. Infatti, all’interno dell’appartamento gli uomini del Commissariato di P.S. di Nocera Inferiore hanno rinvenuto una serie di armi detenute illegalmente. Il sessantacinquenne è stato denunciato per la detenzione di un fucile ad aria compressa, cal. 4,5 privo di matricola, con potenza superiore a 7,5 joule, considerato arma comune da sparo dall’art. 2 comma 3 l. 110/75. L’uomo deteneva, senza averne denunciato il possesso all’Autorità di P.S., anche vario munizionamento per armi da fuoco per la caccia. Inoltre, gli Agenti lo hanno deferito per i reati di porto in luogo pubblico di un coltello a serramanico con apertura a scatto lungo 20 centimetri ed un coltello con lama basculante a 90° , per una lunghezza totale di cm. 25, impugnabile in modo con forma aperta a “T”, circostanza che rendeva l’arma dotata di un potenziale offensivo ancora maggiore. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e l’uomo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria. I poliziotti hanno anche trovato l’uomo in possesso di una dose di hashish. Per tali motivi è stato segnalato come assuntore di stupefacenti alla Prefettura di Salerno.
LA RIQUALIFICAZIONE
La collaborazione istituzione tra Comune di Salerno e Provincia di Salerno ha portato allo sblocco dei finanziamenti per la riqualificazione dell’auditorium e di alcuni spazi didattici dell’istituto “Galilei – Di Palo”. I fondi ammontano a 7 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero della Pubblica Istruzione ed erogati dalla Provincia di Salerno. L’assessore del Comune di Salerno, Eva Avossa, ha spiegato che “si tratta di un’opera significativa per la nostra comunità scolastica e per i nostri concittadini. L’Auditorium rappresenterà un punto di riferimento per l’intero quartiere”.
CABINA DI REGIA
Il prefetto di Salerno Francesco Russo ieri mattina ha incontrato, in modalità remoto, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil per riprendere i lavori della “cabina di regia” istituita presso la prefettura al fine di dare concrete risposte alle istanze dei rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo economico e per far fronte alle necessità derivanti dalle nuove forme di povertà al fine di evitare che nelle pieghe della debolezza del sistema si insinuino organizzazioni criminali. Questo meeting si è reso ancor più necessario dato l’inserimento della Campania tra le “zone rosse” del Paese per rischio di contagio. Il confronto tra le parti ha evidenziato l’esigenza di tenere alta l’attenzione delle istituzioni e dei datori di lavoro sulla scrupolosa osservanza dei protocolli sanitari anticontagio; la necessità, in vista della riapertura delle scuole, di programmare la mobilità degli studenti in sicurezza e di pianificare l’effettuazione degli interventi strutturali di manutenzione ordinaria e straordinaria nei plessi scolastici, allo stato chiusi, anche con riferimento alla necessità dell’adeguamento antisismico. In materia di trasporti, i sindacati hanno posto l’attenzione sulle soluzioni da attuare per evitare il sovraffollamento, garantire il distanziamento sociale e effettuare la sanificazione dei mezzi a tutela sia dei lavoratori che dell’utenza. Nei prossimi giorni sarà convocati presso la prefettura alcuni tavoli di lavoro per l’esame degli spunti emersi con gli enti e le aziende competenti in modo da puntare alla coesione sociale per superare questa situazione emergenziale. Inoltre, il prefetto di Salerno ha sottolineato che incontrerà nuovamente i rappresentanti del mondo bancario e finanziario per far sentire a imprenditori e commercianti la vicinanza dello Stato in questo difficile momento cercando ogni utile strumento allo scopo di agevolare l’accesso alla liquidità legale. Francesco Russo ha deciso anche di portare avanti una campagna di sensibilizzazione degli amministratori locali nel prestare ancor più attenzione alle istanze dei cittadini, soprattutto quelli più in difficoltà, per il tramite dei servizi sociali. Per quanto riguarda le attività di controllo, le forze di polizia, in sinergia con gli organi di vigilanza nell’ambito del luoghi di lavoro, continueranno il proficuo lavoro messo in atto sin dalle prime fase emergenziali. Il segretario generale della Cisl Salerno si dichiara soddisfatto: “Si riprende una modalità di confronto per affrontare le situazioni più complesse dell’emergenza sanitaria ed economica”.
IL MESSAGGIO
Il messaggio dell’Arcivescovo di Salerno Mons. Bellandi: “Carissimi, in questi mesi – dal giorno della mia nomina e ingresso in Diocesi – ho avuto modo, nonostante le difficoltà acuite dall’emergenza pandemica, di conoscere eventi e persone che hanno tessuto la storia di questa Chiesa salernitana, che ha alle sue spalle una lunga tradizione che poggia il suo fondamento nella prima fase di evangelizzazione del cristianesimo. Un intreccio di comunità, un crogiuolo di santità, mille volti di espressioni della fede e della religiosità: in tutto ciò ravviso una forte umanità e una fede autentica, vera, viva. Sento quindi non soltanto opportuno, ma necessario, farmi presente alla comunità tutta – in primis a quella ecclesiale, ma allargando poi lo sguardo a tutte le donne e gli uomini che popolano questo territorio – in occasione del 40° anniversario del sisma avvenuto il 23 novembre 1980. Quell’evento, fino a un anno fa, era per me soltanto cronaca storica, oggi lo sento parte della mia persona ed elemento imprescindibile del mio ministero pastorale in mezzo a voi. Il mio ricordo e le mie preghiere vanno subito alle centinaia di vittime di quel tragico evento e ai loro familiari. Le 19.35 di Domenica 23 novembre: novanta secondi interminabili, che hanno segnato profondamente la vita concreta delle persone, i ritmi sociali delle comunità legati ad un mondo contadino e semplice, il vissuto della fede con un forte senso della tradizione e della pietà popolare. Sui volti, soprattutto delle persone più anziane, che ricordano dal vivo quel tragico evento e che i video trasmessi nei giorni seguenti hanno ripreso, accanto ai segni dell’età si possono leggere – tra le pieghe del loro volto – la paura, lo smarrimento, l’incertezza sul futuro. Sotto le macerie del sisma che ha colpito – nei territori dell’Alta valle del Sele, allora parte della Diocesi di Campagna e attualmente appartenenti alla nostra Arcidiocesi – particolarmente paesi come Laviano, Castelnuovo di Conza, Santomenna ed altri comuni viciniori, è un intero mondo di valori che si è fermato ed è crollato: un capitolo nuovo della storia si è aperto tra il sangue e le lacrime di quella gente. Tuttavia, nella logica della fede, anche il dramma stesso del dolore e della morte si illumina di senso e di luce nuova, così che anche il momento più difficile e tragico può diventare un seme di rinascita e di ripresa. La presenza dei volontari (tra cui tanti sacerdoti) che si mobilitarono da tutta Italia per prestare soccorso e consolazione con umanità e preghiera in quei giorni e mesi, il sorgere del primo embrione della Protezione Civile e della Caritas diocesana, la vicinanza di tanti parroci alla gente in difficoltà e l’impegno di singoli e famiglie nel tessere nuovamente un tessuto umano e sociale altrimenti lacerato dalla paura e dalla perdita di vite umane e di beni materiali, sono stati i segni umani di una resurrezione già operante nella fase immediata dell’emergenza. Come tutti i grandi eventi storici, anche il terremoto del 1980 ha tuttavia portato con sé luci e ombre, esempi commoventi di generosità accanto ad azioni miranti esclusivamente al proprio interesse. Ma non è questa analisi a dare il senso di questo mio messaggio. Certamente, oltre il ricordo e la preghiera per le vittime e i loro familiari, occorre inoltre domandarsi: come oggi ci rendiamo prossimi a chi vive in situazione di difficoltà materiale e spirituale? Quali azioni la nostra comunità – civile ed ecclesiale – è capace di esprimere nei confronti di altre forme di povertà, magari acuite dal dramma attuale dell’epidemia da Coronavirus? La ricostruzione ha interessato sicuramente le nostre chiese e strutture religiose, ma la nostra adesione al Vangelo di Cristo si è poi tramutata in esigenza di un rinnovamento del nostro cuore e della nostra espressione della fede alla luce di quanto dice Gesù: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8, 34)? Questo messaggio vuole essere prima di tutto, umilmente, un segno della presenza della Chiesa nella storia e nella vita concreta della gente: non una Chiesa, quindi, che si arrocca e si difende, ma una comunità – quella rinnovata e abitata dalla grazia di Dio – che desidera coinvolgersi pienamente con i drammi dei propri fratelli e sorelle, nella storia di ieri e di oggi. Un messaggio che non vuole semplicemente rinnovare un ricordo sbiadito dal tempo, ma una memoria che interpella tutti noi, ad ogni livello, a fare della speranza un motore di rinascita e di impegno civile, oltre che ecclesiale. Un messaggio che vuole infine gettare un seme di fiducia su questo tempo segnato da un nuovo dramma umanitario, sul quale siamo chiamati e desideriamo proiettare la luce di Cristo – Agnello immolato, ma vittorioso – sul dolore e sulla morte”.
IL CENTRO POLIFUNZIONALE
Il Centro Polifunzionale di Matierno negli scorsi mesi è stato interessato da interventi di manutenzione straordinaria resi necessari a causa di abbondanti infiltrazioni che ne compromettevano la sicurezza. Da lunedì 23 novembre riprenderanno nella struttura le attività di le attività di socializzazione e integrazione in favore dei giovani e dei cittadini di Matierno e delle zone collinari, nel rispetto delle misure delle norme anticontagio. In questo modo, tutte associazioni del Centro Polifunzionale di Matierno ospitato presso l’ex Scuola elementare del quartiere riavranno finalmente la propria sede. Inoltre, all’interno dei locali potrà ritornare temporaneamente anche lo studio del medico di base che ne aveva fatto richiesta l fine di garantire la continuità assistenziale dei residenti della zona. La situazione, infatti, aveva creato non pochi disagi per le famiglie e soprattutto per le persone anziane e con patologie che lamentavano la difficoltà a spostarsi lontano dalla propria abitazione. L’assessore alle Politiche sociali, Nino Savastano, e il consigliere comunale, Antonio Carbonaro si sono occupati della vicenda del Centro Polifunzionale di Matierno. Sarà riconsegnata al popoloso quartiere una struttura riconosciuta da tutti come punto di riferimento per le attività di aggregazione sul territorio e per la sicurezza sanitaria delle famiglie. (aSalerno.it)
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