Si chiama Giovanna P (Pappalardo), in onore della madre e nonna della famiglia, è completamente in alluminio, ha la forma di un catamarano ed è lunga 32 metri per 10 di larghezza. È la nuova imbarcazione della famiglia Pappalardo, che si aggiunge alle altre tre (Genevieve, Giuseppe Fauci e Dobermann), ma che presenta novità importanti dal punto di vista della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica.
Un punto messo a segno dall’armatore cetarese Salvatore Pappalardo che lo scorso mercoledì ha varato la sua nuova tonnara nel porto di Viareggio in un’ottica di tradizione e innovazione, in linea con le visioni dei figli Gilles, David e Alfonso che aprono a nuovi orizzonti in chiave innovativa. A dire il vero, questa è la decima barca che costruisce Pappalardo a Viareggio. Le prime furono costruite tra gli anni ’60 e ‘70.
Il colore predominante resta il bianco, mentre rossi con una linea blu sono i due scafi collegati dal ponte. La forma con cui è stata ideata la nuova imbarcazione, da un team di progettisti francesi, dunque, non è un caso. I catamarani, infatti, sono concepiti proprio per sfruttare la riduzione della resistenza al moto, per le carene (parte dello scafo che può essere immersa) che sfruttano la spinta idrostatica e per la lunghezza maggiore della larghezza e dell’immersione che rende queste navi più veloci.
Giovanna P, infatti, è anche il catamarano da pesca più veloce d’Italia (fino a 24 nodi), ma non solo. «A differenza del sonar classico – come spiega Ferdinando Russo, titolare della Mediterranea Ship Yard – che, solitamente, ti indica la quantità di pesce presente in mare ma non il dimensionamento, il sonar di cui è equipaggiato questo catamarano riferisce anche la percentuale di lunghezza dei pesci. Per cui, i branchi di ridotte dimensioni vengono lasciati stare in mare».
Presente al varo – questa volta, il taglio del nastro è spettato a Dominique, prima nipote della famiglia – oltre alla famiglia e alcuni rappresentanti della flotta, il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, fiero di aver potuto assistere a un nuovo battesimo in mare.
«Quando una nave va in mare è un segnale di speranza e di ripartenza, oltre che un grande investimento sul lavoro», ha sottolineato il primo cittadino. Una frase non a caso se si pensa che il percorso di questa nuova arrivata sia durato più di un anno e che la realizzazione completa sia coincisa con un periodo poco felice della nostra storia. Un varo, dunque, che non solo segna, in modo inequivocabile, la voglia di ripartire dei pescherecci cetaresi, lasciandosi alle proprie spalle tutte le limitazioni e imposizioni di fermo del 4 marzo, ma che lancia, in controtendenza, un messaggio di ottimismo e speranza. «Siamo stati i primi ad investire sulla salvaguardia e sulla qualità della specie, e non sulla quantità. Grazie alla tecnologia impiegata, potremo selezionare i pesci prima di tirarli a bordo», ha affermato Gilles Pappalardo.
Giovanna P solcherà i mari del Mediterraneo nella pesca al tonno e alle alici, riconfermando il prestigio di Cetara e riprendendo il discorso sullo sviluppo e modernizzazione delle attività produttive in Italia. Un discorso che parte da lontano, dal 2009, da quando fu approvato il piano per l’adeguamento della flotta a circuizione autorizzata alla pesca del tonno rosso in Italia, che ha rivoluzionato la pesca stessa del tonno in Italia, con l’obiettivo di razionalizzare la flotta, costruire un settore efficiente, sano, economicamente solido e tecnologicamente avanzato.
Cinzia Forcellino - Cronache
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