Sandro Veronesi, Gianrico Carofiglio, Valeria Parrella, Gian Arturo Ferrari, Daniele Mencarelli, Jonathan Bazzi: sono questi gli autori finalisti del Premio Strega 2020 che domani sera – giovedì 18 giugno - saranno ospiti di Capaccio Paestum. L’appuntamento è in programma dalle ore 18,30 nella piazza antistante l’antica basilica paleocristiana di Paestum. Nella sua tappa di Capaccio Paestum, l’incontro con i finalisti dello Strega si collega al progetto “Biblioteca digitale”: aggregazione e inclusione sociale nella nuova Biblioteca di Comunità’. Il programma della serata prevede l’intervista ai sei autori finalisti del Strega 2020 a cura di Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci. Il tutto preceduto dai saluti del sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri e del direttore del Parco Archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel e dagli interventi del presidente della Fondazione con il Sud, Carlo Borgomeo, del direttore del CEPELL – Centro per il Libro e la Lettura Angelo Piero Cappello, del responsabile del Dipartimento Cultura e Turismo dell’ANCI Vincenzo Santoro e del presidente della Fondazione Bellonci Giovanni Solimine. Coordinerà Alessandro Turchi, giornalista e dirigente dell’Istituto PROFAGRI di Salerno, che con la sua sede di Capaccio Paestum è partner del progetto ‘Biblioteca Digitale’. Il sindaco Franco Alfieri sottolinea l’importanza della serata di domani per il territorio e la Comunità di Capaccio Paestum: “è l’incontro di due eccellenze: da un lato il Premio Strega, il più prestigioso riconoscimento letterario italiano; dall’altro le risorse archeologiche di Paestum, con tutto il loro fascino e la loro bellezza. Un connubio dal potenziale straordinario, che immaginiamo possa avere anche sviluppi futuri. Peraltro, iniziative come ‘Biblioteca Digitale’, premiata dalla Fondazione con il Sud con un cospicuo finanziamento, testimoniano la volontà della nostra Amministrazione di fare della cultura uno dei motori di rilancio del territorio”. La partecipazione all’evento dovrà prevedere il rispetto delle disposizioni anti Coronavirus.
“Sorrento Sapori e Tradizioni” conferma il sostegno al Parco Archeologico di Paestum e Velia per il secondo anno consecutivo con una donazione di 10.000 Euro sul portale Art Bonus, approfittando nuovamente degli sgravi fiscali previsti dall’omonima legge del 2014. Dopo il contributo dell’anno scorso finalizzato al monitoraggio sismico del tempio di Nettuno, quest’anno il mecenate Roberto Savarese, titolare dell’azienda alimentare ebolitana, sceglie di sostenere la Storia e partecipare alla scoperta del quarto tempio di Poseidonia, un gioiello dell’architettura dorica costruito circa 2500 anni fa e scoperto fortuitamente l’estate scorsa durante i lavori di pulizia del tratto occidentale della cinta muraria di Paestum, finanziati con fondi europei Pon. «La valorizzazione del territorio è tra i primari obiettivi della nostra azienda – dichiara Savarese – La nostra mission è contribuire a diffondere nel mondo la cultura e l’amore per il cibo italiano di alta qualità. Lavoriamo con uno sguardo orientato al futuro, ma con le radici salde nella tradizione e nell’esaltazione dei valori del nostro territorio. La Piana del Sele ci racconta una storia antica e vivace, dove Poseidonia-Paestum è protagonista. Abbiamo scelto di aderire per la seconda volta ai progetti del Parco per sentirci parte attiva di un disegno più ampio e di una rete che punta a un progressivo sviluppo territoriale e culturale». Come “Sorrento Sapori e Tradizioni”, anche tutti i privati – singoli cittadini o aziende – possono manifestare il sostegno alla storia e all’archeologia di Paestum, donando a favore del progetto Art Bonus sul quarto tempio dorico. Sebbene gli archeologi hanno finora recuperato più di 230 elementi come capitelli, metope, colonne e architrave visitabili nel Museo di Paestum, il tempietto dorico è tuttora a rischio a causa del delicato stato di conservazione. Il direttore Gabriel Zuchtriegel, insieme ai funzionari del Parco, ha così definito un progetto di tutela, ricerca e accessibilità per recuperare con uno scavo archeologico estensivo le altre parti architettoniche dell’edificio ancora interrate, compresa la base il cui perimetro è stato già individuato grazie a indagini geomagnetiche condotte con il Cnr.
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