da Info Cilento
Anche quest’anno San Vito, primo Patrono di Pisciotta, ha compiuto il suo miracolo. Domenica mattina, infatti, durante la Solenne Messa, il sangue custodito nell’ampolla si è liquefatto. Si narra che durante il suo martirio avvenuto sulle sponde del fiume Sele, una donna sia riuscita a raccogliere alcune gocce di sangue del Santo. San Vito sarebbe arrivato a Pisciotta grazie al Vescovo Pappacoda. A confermare questa tesi, sarebbe lo stemma in argento della famiglia Pappacoda e quello del Vescovo stesso inciso sul reliquiario.
Giancarlo Agresta, presidente della pro loco di Pisciotta ci racconta la storia: “La devozione a San Vito. Il culto di San Vito risale al 1600, nella Chiesa Madre è custodita la preziosa reliquia del sangue di San Vito che fu portata a Pisciotta da Mons. Luigi Pappacoda, figlio dei marchesi di Pisciotta che fu prima Vescovo di Capaccio dal 1634 al 1639 e poi Vescovo di Lecce fino al 1670. Fu proprio Pappacoda a far realizzare il prezioso reliquiario argenteo con gli stemmi della famiglia e lo stemma vescovile, all’interno del quale sono conservati anche dei frammenti ossei dei San Vito, Modesto e Crescenzia. Il sangue contenuto nell’ampolla durante la novena e nel corso della processione si liquefa. L’evento prodigioso viene descritte già nelle visite pastorali del ‘700. Nel 1800 l’ostensione della reliquia, che si sciolse a testimonianza della protezione del Santo, salvò Pisciotta dall’assalto dei briganti durato 5 giorni. Dopo tali eventi il Santo fu proclamato Protettore di Pisciotta e fu realizzata una pregevole statua lignea che attualmente viene portata in processione il 15 giugno con la reliquia”.
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