di Andrea Pellegrino
Procure in movimento sulla gestione, in emergenza, della sanità in Campania. Da Napoli si accendono i primi riflettori, a seguire le altre procure delle varie province. Poi c’è la Corte dei Conti che sta analizzando gli appalti e i servizi dell’Istituto zooprofilattico e gli affidamenti alle cliniche private dei pazienti Covid. Indagini a 360 gradi che riguardano anche i Covid Hospital, realizzati in strutture prefabbricate da milioni di euro, non utilizzate. L’importo della gara (suddivisa in tre lotti) è pari a 15,5 milioni di euro: 10,3 milioni per Napoli, 2,6 milioni per Salerno e per Caserta per strutture capaci di ospitare tra gli 88 e i 104 posti di terapia intensiva per accogliere pazienti affetti da Covid19. Conti alla mano: circa 195.000 euro a posto letto. Gare tutte aggiudicate dalla medesima impresa: la Manufacturing Engineering e Development, di Maserà di Padova, in Veneto. «Oltre 130 milioni di soldi pubblici alle cliniche private senza che abbiano accolto un solo paziente – denuncia Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stelle – Ospedali prefabbricati costati 18 milioni di euro che dovevano essere pronti in 15 giorni e a tre mesi non sono ancora pienamente funzionanti. Bando lampo milionari su misura per qualcuno poi ritirati quando la magistratura ha iniziato a indagare. Ospedali devastati e posti letto tagliati per favorire il privato. Sono denunce che facciamo da sempre e che abbiamo fatto anche in questa drammatica emergenza».
LE CASE DI CURA
Il recente accordo finito al vaglio della magistratura contabile è quello tra la Regione Campania e le case di cura private accreditate che avevano dato disponibilità ad accogliere pazienti Covid per tre mesi. Intesa finita in un esposto presentato, proprio alla Corte dei Conti, dai consiglieri regionali e dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. «Settecento euro al giorno per ogni posto letto occupato in terapia sub intensiva e 1200 euro al giorno per ogni posto letto occupato in terapia intensiva». In più «per tutte le Case di Cura i costi sostenuti per farmaci e dispositivi di protezione saranno integralmente a carico della Regione Campania». A conti fatti si tratta di condizioni economiche, tra le più vantaggiose d’Italia, che la Regione Campania ha sottoscritto con le diverse case di cure.
L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO
L’inchiesta, in questo caso, punta l’attenzione sui tamponi e sulle spese sostenute dall’istituto di Portici durante l’emergenza Covid. Oltre la Procura si è mossa la Corte dei Conti, attraverso il viceprocuratore Licia Centro e il sostituto procuratore Davide Vitale. La Procura di Napoli, invece, indaga sul contratto da 700mila euro tra l’Istituto zooprofilattico e il centro diagnostico Ames, sottoscritto a fine marzo e ancora anche sulle consulenze esterne dell’Izsm con particolare riferimento a quella del direttore amministrativo e di un consulente esterno.
IL CASO SORESA
Acquisiti diversi atti da parte della polizia giudiziaria l’attenzione è sugli appalti e sulle relative gare della Soresa, la società regionale, centrale economica della sanità campana, che di recente è stata al centro anche di una bufera politica dopo le dimissioni del direttore generale Gianluca Postiglione. Per la Soresa passano gli appalti per gli ospedali modulari ma anche i servizi affidati all’Istituto zooprofilattico di Portici. La Procura di Napoli, in particolare, starebbe indagando sul Covid Hospital di Ponticelli, realizzato all’interno dell’ospedale del Mare.
TERREMOTO ALL’ASL NAPOLI 1
La più grande azienda sanitaria d’Italia e d’Europa sarebbe ad un passo dal commissariamento. Serve un milione di abitanti e gestisce nove strutture ospedaliere. L’azienda era finita nel mirino del Viminale dopo una denuncia presentata dal Movimento 5 Stelle e le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Da qui la commissione di accesso inviata dal Ministro dell’Interno che recentemente ha concluso il suo iter. «L’ultimo atto del miracolo De Luca – dice la capogruppo regionale e responsabile nazionale sanità Valeria Ciarambino – è condensato in una relazione che giace da giorni sulla scrivania del ministro degli Interni su una gestione assolutamente deficitaria della Asl Napoli 1, frutto di un anno di verifiche della commissione d’accesso chiesta e ottenuta dal Movimento 5 Stelle. Una gestione lacunosa della quale, stando a quanto ricostruito dai magistrati della Dda, avrebbe approfittato la camorra, mettendo radici nella più grande azienda sanitaria del Mezzogiorno. Ed è per questo che rivolgiamo il nostro appello al ministro Lamorgese, affinché non indugi oltre nel procedere allo scioglimento della Asl Napoli 1».
da Cronache del 2 giugno 2020
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