L’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca emanata nella tarda serata di venerdì, ha dato il via libera all’apertura degli stabilimenti balneari della Campania. La riapertura dovrà necessariamente avvenire nel rispetto di un rigido protocollo di sicurezza, che prevede almeno 10 metri quadrati per ombrellone e 1,5 metri minimi tra sdraio e lettini, salvo che per le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. A Salerno, attualmente, nonostante il via libera, diversi esercenti balneari sono ancora alle prese con i lavori, e sono costretti, gioco forza, a rinviare l’apertura di qualche giorno o, nei casi più estremi, alla seconda di metà di giugno. A detta di molti operatori la decisione di tale rinvio è dovuta alla tardiva pubblicazione dell’ordinanza di riapertura e, soprattutto, alla complessità delle norme di sicurezza in essa contenute. Il leit motiv è più o meno sempre lo stesso: c'è bisogno di un po' di giorni per adeguarsi alle regole per la salvaguardia della salute di bagnanti e personale. Riapertura vista come una vera e propria corsa contro il tempo anche da Alfredo Serritiello, titolare del “Lido Miramare” di via Leucosia: “Non ho ancora una data precisa, ma conto di riaprire entro i primi di giugno. Lo scorso anno, di questi tempi, eravamo già aperti, quindi, per ovvie ragioni, partiremo con un mese di ritardo. Spero di riaprire quanto prima soprattutto per i miei clienti che, quotidianamente, mi chiedono quando potranno, finalmente, tornare in spiaggia soprattutto per staccare un po’ la spina da questo momento drammatico. Per quanto riguarda le misure di sicurezza – evidenzia Serritiello – ho scelto di distanziare ogni ombrellone di 16 mq, sia per rispettare al meglio le regole del distanziamento e soprattutto per far stare più tranquilli possibile i miei clienti. Al posto delle cabine, abbiamo creato degli spogliatoi che verranno continuamente sanificati insieme alle docce e a tutte le attrezzature. In più, abbiamo deciso di non porre dei vincoli di orario per rendere l’estate quanto più normale possibile ai miei clienti. Ovviamente, per fare ciò, ho dovuto togliere una fila di ombrelloni e, gioco forza, dimezzare il numero di clienti. Tutto questo, oltre al dispiacere di non poter ospitare tutte le persone che avremmo voluto, comporterà senz’altro tanto lavoro in più, ma sono convinto che alla fine ce la faremo”.
Francesco La Monica
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