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Centri sportivi aperti ma campi di calcetto chiusi, le perplessità dei gestori: "Nessuna chiarezza, adottati due pesi e due misure"

26/05/2020

Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora nei giorni scorsi ha risposto ad alcuni quesiti su una categoria quasi “ignorata” dall’emergenza sanitaria. A proposito del calcio amatoriale queste sono le dichiarazioni del politico nativo di Afragola:

1) verrà destinata una somma a fondo perduto alle ASD/SSD affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva;
2) Responsabilità penale: non vi è l'automatismo della responsabilità penale del Presidente e/o Legale Rappresentante della ASD / SSD: bisogna valutare di volta in volta se sono state applicate le disposizioni di tutela e igiene contenute nel protocollo (es. sanificazione, rispetto del distanziamento, dispositivi di sicurezza etc.);
3) dal 25 Maggio si possono fare allenamenti individuali nei centro sportivi, nel rispetto dei protocolli pubblicati sul sito dell'Ufficio dello Sport;
4) si spera a Giugno di far riprendere anche le attività di contatto come le partite: tutto dipenderà dallo sviluppo della curva di contagio.

Cercando di intercettare il pensiero di alcuni gestori di strutture sportive si è tentato di far venire alla luce e far emergere le problematiche di chi è stato ‘dimenticato’.

"Di questo passo non vi è altra strada che chiudere tutto e consegnare le chiavi dei centri sportivi ai proprietari - È l'urlo di rabbia di Michele Lodato, noto gestore di impianti ed organizzatore di eventi sportivi fra Cava de' Tirreni e provincia, che ha voluto esprimere con una seguitissima diretta social, il suo disappunto su come le istituzioni nazionali e regionali abbiano incredibilmente abbandonato i Centri Sportivi. "Ho atteso che la situazione epidemiologica migliorasse, era doveroso che riaprissero le attività, ma quando ho appreso che dal 15 giugno addirittura vi è il via libera a musei, teatri, e cinema, allora ho capito che è giunto il momento di alzare la voce. I Centri sportivi che vivono di calcio amatoriale (Calcio a 5, Calcio a 7, Calcio a 11, ecc ecc) sono stati totalmente dimenticati , si è generalizzato molto quando invece bisognava andare nello specifico, disciplina per disciplina : calcio a 5, basket, volley ecc ec. Si è preferita la strada più facile per chi comanda, quella di banalizzare". In Italia sono circa 12 milioni di persone che frequentano associazioni o società sportive e che ogni settimana calcano i campetti, da Bolzano a Siracusa, per gli impianti sportivi il Governo non è stato in grado fino ad oggi di erogare bonus a fondo perduto, oppure un aiuto al pagamento dei canoni di locazione da Marzo ad oggi, tutto a discapito dei gestori che debbono sperare nella benevolenza dei proprietari dei centri, a discapito delle scuole calcio che rischiano di chiudere definitivamente. Nulla ha fatto ad oggi neanche la Regione Campania, che per le ASD sembra non avere fondi a disposizione. "Ad oggi il futuro è tutt'altro che roseo - tuona Lodato - Non sappiamo quando si potrà tornare a fare attività di gruppo, non abbiamo linee guida, non abbiamo protocolli, abbiamo solamente fitti ed utenze arretrate, quelle non mancano mai. Faccio un appello al Sindaco della mia città Cava de' Tirreni, di sollecitare il governatore De Luca a trovare una soluzione visto che la curva epidemiologica è sotto controllo e che sicuramente durante una partita di calcio, si può contrarre virus meno che durante una cena in un luogo chiuso o ad un concerto. Qualora non avessimo notizie chiare e certe, potrei organizzare insieme ad altri gestori di varie regioni, una protesta che porterebbe alla riapertura autonoma e con protocolli sanitari redatti dai nostri medici legali, il prossimo 1 Giugno".
 
Egr. Presidente, nel documento inviato da Sport e Salute alle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera dei Deputati in relazione al Decreto Liquidità avete fatto una serie di proposte finalizzate all’introduzione di ulteriori misure di sostegno per il mondo sportivo di base tra cui le possibili, cito testualmente “Revisioni delle concessioni pubbliche… – questo l’incipit della lettera pensata da Livio Maranzano, ex giocatore della Salernitana e attuale responsabile della scuola calcio Aquilotti Irno, a proposito della struttura da lui gestita “La Bombonera” - Alla luce dell’arresto forzato imposto all’attività delle Società e Associazioni Sportive, avrebbe la possibile revisione dei rapporti concessori che i soggetti del mondo sportivo hanno in essere con le Pubbliche Amministrazioni. Questo potrebbe avvenire sia attraverso il semplice prolungamento della durata della concessione, sia e soprattutto rinegoziando i termini del rapporto, con particolare riguardo ai soggetti che abbiano investito negli impianti e nella loro manutenzione.
La nostra Associazione è tra quelle che hanno investito, nel nostro caso, nella riqualificazione di un campetto di calcetto della nostra cittadina, stipulando un mutuo con l’Istituto per il Credito Sportivo però, alla luce dello schema di Decreto Legge del 13 maggio 2020 denominato “Rilancio” sarà tra quelle Associazioni a non poter beneficiare di un eventuale allungamento del contratto di gestione poiché lo stesso scadrà dopo il 31 luglio 2023. Non riesco proprio a capire la ratio di aver messo questo limite temporale visto che il danno economico per la forzata chiusura a causa del virus Covid-19 lo abbiamo subito tutti indipendentemente dalla scadenza dei nostri contratti concessori. Così come non riesco a capire a cosa si riferisca il legislatore quando, nella relazione illustrativa e tecnica allegata al decreto dice: “per i rapporti concessori più lunghi può infatti ragionevolmente presumersi che le diseconomie determinate dalla emergenza COVID-19 potranno essere nel tempo “assorbite” attraverso piani di recupero e di efficientamento adottati dal gestore, senza necessità di un intervento eteronomo sul rapporto”. Si fa una supposizione su eventuali piani di recupero e di efficientamento che però nel dettaglio non vengono esplicitati per ragionevolmente presumere di poter rientrare del danno economico subito. E se tutto ciò non si dovesse realizzare? Non era più semplice dare anche a noi la possibilità di allungare il nostro contratto di gestione? In ultimo la beffa. Per i contratti di gestione dove è previsto il pagamento di un canone mensile “il conduttore ha diritto, limitatamente alle cinque mensilità da marzo 2020 a luglio 2020, ad una corrispondente riduzione del canone locatizio che, salva la prova di un diverso ammontare a cura della parte interessata, si presume pari al cinquanta per cento del canone contrattualmente stabilito”. In conclusione mi auguro  che  venga eliminato il limite temporale del 31 luglio 2023 per dare modo, anche alle associazioni il cui contratto di gestione scade dopo tale data di poter rientrare del danno economico subito altrimenti noi passeremmo dall’essere nelle intenzioni tra quegli enti da dover maggiormente tutelare a quelli a cui  non sarà data alcuna forma di aiuto. Non chiediamo SOLDI, chiediamo TEMPO".

"La sensazione è che non ci siano certezze – esordisce ai nostri microfoni Ciro Caserta dell’Eden soccer 2000 - Non è facile prendere una decisione in una situazione del genere dove c’è un problema sanitario alla base. Iniziare a fare calcio a livello amatoriale, ludico o come scuola calcio è difficile: lo stesso vale anche per la Serie A e per i professionisti, dove ci sono tanti interessi economici, dove ugualmente non si riesce a prendere una decisione. Di sicuro siamo stati abbandonati, in particolare a livello giovanile. I ragazzi vengono considerati di fascia B quando non è così. Vanno tutelati perché ripeto l’aspetto della salute è primario ma un’attenzione in più poteva essere data al movimento scolastico e sportivo. Se sarà possibile ripartire bisognerebbe avere la certezza di farlo nel massimo della sicurezza. Difficile sarà risolvere fino in fondo il problema ma bisogna cercare di dare delle certezze, tranquillità e sicurezza un po’ a tutti. Tra i miei dubbi c’è anche la ripartenza di settembre perché ripartire, non sarà semplice né per noi responsabili di scuole calcio o come nel mio caso responsabile di una struttura né per i genitori. Adotteremo tutte le precauzioni del caso ma fin quando ci sarà l’obbligo della mascherina e del distanziamento sociale sarà difficile fare calcio”. “La speranza è che per settembre possa ripartire tutto il movimento – riprende il responsabile del Centro Sportivo Eden 2000 di via Risorgimento - qualcuno ipotizza gennaio 2021 o peggio ancora settembre 2021 e la situazione sarebbe gravissima. Bar, ristoranti e altre attività sono componenti fondamentali nella nostra vita sociale ma anche il movimento sportivo ha la stessa importanza e non può essere messo in secondo piano. La scuola sta continuando per molti ragazzi che non hanno una valvola di sfogo come poteva essere l’attività sportiva. Nel nostro caso la struttura è privata, con una gestione nostra al 100% ma, allo stesso tempo, ci sono dei locatori che hanno le loro pretese. Su questo il governo poteva avere una linea più morbida togliendo almeno le tasse: uno non pretende di non pagare un fitto ma siamo chiusi da tre mesi e ti assicuro non è una bella situazione. L’attività di gestione più quella della scuola calcio sono due componenti che vanno di pari passo. Ci sono delle entrate ma anche tante uscite. Ci sono anche altri colleghi che ospitano scuole calcio, anche su campi a 11, che mi hanno confidato le difficoltà riscontrate".

"Era il terzo anno che si organizzava questo torneo di calcetto e tutto è stato bloccato per via del Covid-19 – a proposito dei tornei di calcetto risponde Luca Mercogliano del Turnover Soccer Center - Mi avevano chiesto di riprenderlo ma non essendoci ancora la tutela per i 10 in mezzo al campo e la possibilità anche di far assistere alla partita all’amico, alla fidanzata o spettatore di turno ho pensato di fermare tutto: non c’era più lo scopo di un torneo organizzato per “ragazzi”. Speravo in una ripresa e che si potesse riprendere a giocare anche perché, parlando da ragazzo, il calcio era una possibilità di sfogo. Questo torneo era nato per dare un’alternativa ai ragazzi a Salerno: al posto di chiudersi in un bar, un pub c’era questa opportunità per socializzare all’aperto. Il torneo era abbastanza seguito ed era un ritrovo anche per tante persone. Bisogna convivere col virus ma vale lo stesso discorso sia per i bar che ristoranti che per lo sport; non è facile decidere ma bisogna seguire una linea che vale per tutti. Sono stati adottati due pesi e due misure e c’è stata anche un po’ di confusione".

"Personalmente ho usufruito anche del bonus per gli istruttori messo a disposizione da ‘Cura Italia’. Provo a fare un’analisi da esterno anche se è difficile essere oggettivi essendo coinvolto in prima persona: in questo momento ripartire con l’attività di base è impossibileAlfonso Gaeta del centro sportivo Tiki Taka risponde così su problematiche avute e prospettive future - Dopo aver fermato un meccanismo fondamentale come la scuola era inevitabile bloccare anche l’attività sportiva. Una volta fermata la scuola si era percepita la gravità della situazione. Non posso dire che bisognava proseguire con l’attività perché nel privato è il presidente colui il quale si assume la responsabilità civile e penale. Un parco, invece, è parte del pubblico è la responsabilità del genitore. In questo caso c’era anche la responsabilità morale: noi essendo associati all’Olympic Salerno quasi la maggioranza dei bambini erano minori e non era possibile dire “Si può ripartire” con scioltezza. Il calcio è uno sport di contatto ed è diverso dagli altri sport individuali: si possono fare esercizi individualmente ma il bambino, in una scuola calcio, viene per giocare la partita e per divertirsi con i compagni. Fino alla fascia degli esordienti l’allenamento individuale è un plus ma i bambini vengono a giocare e provare le situazioni della partita. Come fanno adesso a darti l’ok per ripartire? Un conto è stato dare l’autorizzazione a far allenare nei parchi e un altro è dare il via libera per un centro sportivo".

"Questa situazione d’emergenza credo che determinerà un cambiamento nella mentalità e nel modo di lavorare di presidenti, dirigenti e allenatori – si augura con fiducia Alfonso Gaeta - Per questa nuova normativa fiscale il pagamento viene fatto in maniera tracciabile affinché l’associazione possa usufruire degli sgravi fiscali. In una situazione come questa d’emergenza questo contributo poteva risultare comodo a tanti. In un momento come questo posso dire che almeno anche il ministro Spadafora si è accorto che esiste anche la nostra categoria: lo sport dilettantistico ha un volume enorme e non è possibile ignorarlo. Speriamo che le associazioni comincino a ragionare diversamente stipulando contratti e dando contributi. Molti sono in difficoltà. Questa situazione è spinosa e non è facile uscirne fuori. Ammettendo che si possa ripartire, sanificando le strutture, ma come si può evitare il contatto in sport come il calcetto, il basket o il volley? Sono in parte ottimista perché la situazione pian piano potrebbe attenuarsi e sono contento perché si parla di misure igieniche che ben vengano. In tanti centri sportivi ci sono tante situazioni fatiscenti: come si fa a concepire lo sport in questo modo? Se ci sono persone che si dedicano solo a tenere in piedi delle strutture sportive esse dovrebbero essere dei gioielli. Prima della sanificazione viene l’ordine e la pulizia di una struttura. Basterebbe sanificare l’incasso di una sera per una settimana di pulizie. Basterebbe davvero poco per la manutenzione, la pulizia e, soprattutto, la messa in sicurezza di una struttura. Si può essere professionali anche nel dilettantismo: la professionalità è diversa dal professionismo. Si può essere buoni gestori, buoni custodi, ottimi formatori, dirigenti o presidenti anche in una scuola calcio con 40/50 iscritti. Lo sport di base viene sottovalutato anche da chi organizza. Bisogna avere la mentalità da piccolo imprenditore per potenziare e valorizzare i luoghi in cui vivi. Devo fare un plauso al comune di Pellezzano hanno fatto dei bandi, per cui ti affidano la struttura, con le  modifiche e le migliorie da apportare una volta firmato il contratto. Lo sport è talmente importante nella nostra cultura e dovrebbe essere valorizzato. Speriamo che questo virus ci possa far fare un reset qualitativo. Di certo ci sarà paura durante il periodo dell’influenza ma sono fiducioso".

Emanuele Landi - Sport , Inchieste - - Vai alla Home

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