“Troppi consulenti, troppe task force, associazioni di categoria da rivisitare in un settore troppo frammentato: ora occorre fare sistema con l’unico obiettivo del rilancio delle attività e dell’economia”: Luigi Snichelotto, Presidente AssoMiMe e partner McDonald’s Salerno e Potenza, presenta i fattori vincenti della ristorazione rispetto all’incognita futuro.
L’analisi economica in vista della riapertura
CAMPANIA ECONOMIA. Nuova cultura della ristorazione, metodologie di produzione innovative, ausilio dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali e necessità di sburocratizzazione: è lo scenario per il futuro e la rinascita del settore food, delineato da Luigi Snichelotto, presidente dell’Associazione AssoMiMe (Associazione Mezzogiorno Italia Mediterraneo Europa), imprenditore e partner McDonald’s per le province di Salerno e Potenza.
“Quale futuro? Sarà indispensabile pensare ad una nuova frontiera della ristorazione. Il problema oggi è capire cosa fare. Troppi consulenti, troppe task force, associazioni di categoria da rivisitare perché il settore è troppo frammentato: occorre fare sistema. La ristorazione, classificata come “fuori casa”, include al suo interno un’offerta così variegata, che necessita di una conoscenza approfondita. L’incognita della prospettiva temporale, su cui è difficile fare previsioni, è il vero rebus: quando usciremo fuori dall’emergenza? In estate, a dicembre o il prossimo anno? Il futuro di tutti noi è incerto e rischioso. Manca la capacità di ipotizzare un modello, in una visione più ampia e in prospettiva. Cambierà il nostro modo di vivere, le abitudini. L’uomo però è un essere flessibile dalle grandi capacità di adattamento. Sarà necessario rivedere i processi e le procedure, per vivere in protezione sia il lavoro che lo svago. Ricordando che la sicurezza rappresenta il valore assoluto, il bene più prezioso”, esordisce Luigi Snichelotto.
IL PESO DEL FOOD IN TERMINI ECONOMICI
Un comparto molto dinamico, al momento, in applicazione delle disposizioni governative e regionali verso la fase di riapertura delle attività commerciali, “efficienti ed attenti alla salute dei dipendenti e della clientela”.
Un segmento, quello della ristorazione, che lo scorso anno in Italia ha prodotto circa 80-85 miliardi di euro con un totale di circa 350 mila aziende (di cui un 40% a gestione familiare).
“Un settore strategico per l’economia e l’occupazione del Paese – sottolinea il presidente Snichelotto – Fino ad oggi non siamo riusciti ad attivare una vera sburocratizzazione del Paese, con circa 160 mila norme e leggi, che non ci aiuta nella concorrenza internazionale di Stati come la Francia, la Germania o il Regno Unito, che si muovono dalle 3 mila alle 7 mila leggi e dispositivi. Il costo della burocrazia nella ristorazione si aggira tra i 55-60 milioni di euro. Solo in emergenza Covid abbiamo avuto circa 250 provvedimenti in Italia, tra nazionali e regionali”.
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