Gli ultras d’Europa si uniscono e si mobilitano per dire no alla ripresa del calcio, e dei campionati a porte chiuse. nelle ultime settimane sono state tanti gli striscioni esposti dalle tifoserie italiane contro i presidenti di serie A intenzionati a far ripartire il campionato di massima serie. Da Bergamo, la cui curva è stata la prima a esprimere il proprio dissenso circa l’eventuale ripresa, a Torino, da Lecce a Roma, giusto per citare qualche piazza. Ora arriva anche un documento condiviso da tanti gruppi ultras italiani ed europei. Gli ultras di oltre 300 tifoserie italiane tra le quali anche 5 gruppi ultras della Salernitana (Nuova Guardia, Nucleo Storico, Igus, Frangia Kaotica, Prigionieri di una fede), la Curva Sud Catello Mari di Cava de' Tirreni, Street Urchins Pagani, Ultras Scafati 1922 e Inafferrabili, Ultras Angri e per la prima volta anche di molte tifoserie europee hanno diffuso un comunicato in cui chiedono che i campionati di calcio, interrotti dalla pandemia, non riprendano. Il documento, dal titolo “Stop football, no football without fans”, illustra le ragioni della protesta dei tifosi, che chiedono di non fare ricominciare i tornei, prima che sia possibile ripopolare gli stadi, e ritengono le partite a porte chiuse un controsenso rispetto alla natura stessa dello sport più popolare del mondo. “Nel nostro documento” - si legge nella nota condivisa dai gruppi ultras - abbiamo sollecitato gli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche, fino a quando l’affollamento degli stadi non tornerà un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva. Oggi il calcio è considerato più come un’industria che come uno sport. Sono le paytv a tenere sotto scacco le società, in un sistema basato solo ed esclusivamente su business e interessi personali: se non verrà ridimensionato, porterà alla morte del calcio stesso. Se noi ultras intendessimo lucrare sulla nostra passione, come ci capita di leggere e sentire in questi giorni, spingeremmo per la ripartenza dei campionati. Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere, per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni a essere lo uno sport popolare”. Una battaglia che si unisce alle rimostranze di chi non ritiene poi moralmente corretto tornare ad esultare per un gioco, che muove sì tanti soldi, ma resta pur sempre un gioco, dopo tanto dolore e tante morti. Ovviamente, per quanto gli sarà reso possibile dal Governo cercherà di fare i propri interessi, tornando in campo a beneficio delle televisioni e del pubblico da casa. E gli ultras? Continueranno la propria lotta in attesa di poter rientrare negli stadi, cosa che potrebbe addirittura avvenire direttamente nel 2021, magari da gennaio. Intanto però le società dovrebbero iniziare a pensare almeno come rimborsare i tanti abbonati che si torni o meno in campo subito non hanno potuto sfruttare in pieno l’abbonamento sottoscritto nella scorsa estate. Al momento però tutto tace.
Altri articoli di questo autore:
Se vuoi essere tempestivamente aggiornato su quello che succede a Salerno e provincia, la pagina facebook di Salerno in Web pubblica minuto per minuto notizie fresche sulla tua home.