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Parla l'ex Salernitana Alberto Borsa: “Che emozione giocare con Di Bartolomei; i miei ragazzi raccoglieranno presto i frutti che meritano”

08/05/2020

“Essere arrivato in prima squadra dal settore giovanile e aver giocato con grandi campioni, lasciando un bel ricordo ovunque”. Si presenta così Alberto Borsa girovago del pallone che esordì con la Salernitana nell’anno del ritorno in Serie B. Quella fu la prima di una lunga serie di esperienze nei suoi 25 anni di carriera che gli hanno permesso di giocare con campioni del calibro di Agostino Di Bartolomei e Ubaldo Righetto. Il mister degli allievi 2003 della New Mary Rosy si è concesso ai microfoni di Salernoinweb.it spaziando tra i ricordi della sua storia da professionista fino all’attualità al seguito dei suoi ragazzi.

Alberto nella tua carriera hai girato tante piazze. Dove senti di aver dato il meglio? La mia carriera è stato un percorso molto lungo. Sono nato calcisticamente grazie ai miei “scopritori” con Isidoro Maresca e il compianto Alberto Massa di cui conservo un grande ricordo. Ho fatto la trafila delle giovanili a Salerno e sono arrivato in prima squadra, risultato che ottenere allora era davvero difficile. Ho fatto l’esordio durante la stagione 1989-90. L’anno successivo, ovvero quello del ritorno in Serie B, ho fatto 5 panchine e poi fui ceduto al Benevento insieme a Spirto un altro ragazzo del settore giovanile. In sequenza poi sono stato in tante altre squadre e posso dire di aver giocato in tantissime piazze della Campania tra cui Salerno, Avellino, Benevento, Caserta. Ho giocato in Serie C a Giugliano e Sant’Anastasia. Le ho girate quasi tutte ad eccezione di Napoli. Sono stato 6 anni alla Cavese e posso dire che è stata una grande esperienza.

Si può dire che hai fatto tanta gavetta e alla fine sei stato premiato? Eh si perché poi sono stato a San Gregorio Magno, Pontecagnano ed Ebolitana. Ad Eboli mi vide Andrea Carnevale e mi portò al Terracina in quarta serie. Ho avuto la possibilità e la fortuna di giocare con ragazzi eccezionali, con giocatori di prima fascia e con gente che aveva un certo spessore come Ubaldo Righetti, campione d’Italia con la Roma nel 1982-83. Quell’anno avevamo uno squadrone e pensai che avrei visto il campo poco e  niente. Invece esplosi in quella stagione mettendo a segno 13 goal. L’anno dopo ci fu la chiamata del Frosinone, poi del Fano e così via. 25 anni di carriera sono tanti  e non semplici da raccontare in pochi minuti ma conservo di tutte le esperienze bei ricordi e devo dire che anche molti tifosi tramite Facebook spesso mi salutano con affetto. Ho avuto modo di fare tante amicizie e vuol dire che hai fatto bene. Voglio citare e ringraziare tra gli allenatori Marco Maestripieri, adesso entrato nel settore tecnico della FIGC, che ho avuto al Sant’Anastasia e Vittorio Belotti che mi ha lanciato con la Cavese.

Riguardo la tua avventura alla Salernitana cosa ti è rimasto? Essere catapultato in prima squadra fu un’emozione immensa per chi come me fino alla settimana prima faceva il raccattapalle o andava in curva essendo del settore giovanile. L’esperienza posso dire che è stata positiva: arrivare in prima squadra senza l’aiuto di nessuno è un qualcosa di bello e meritato. Sono stato a contatto con grandi giocatori di cui il grande Agostino Di Bartolomei. Ho un poster in casa in una foto in cui noi due siamo abbracciati. Ogni volta che lo vedo è un qualcosa di indescrivibile. Quando eravamo in ritiro stavo spesso con Di Bartolomei, Somma, Incarbona. Posseggo ancora delle foto del ritiro a Morcone in quell’anno della promozione e se ci ripenso credo di aver fatto qualcosa di bello.

Una volta appese le scarpette al chiodo cosa hai deciso di fare? Sono approdato da 3 anni alla società New Mary Rosy e alleno gli allievi 2003 che erano primi in classifica e avevano 8 punti di vantaggio sulle inseguitrici al momento della sospensione dei campionati. È stato un peccato ma presto questi ragazzi, coi quali c’è un percorso già da due anni, raccoglieranno i frutti che meritano. Voglio ringraziare il presidente di questa società Giuseppe Mautone che per me è come se fosse un fratello. Oltre lui sottolineo un dirigente molto qualificato come Gianfranco Fiore che negli anni scorsi era nei piani dirigenziali dell’Avellino. Ci stavamo prendendo belle soddisfazioni.

Secondo te è stato giusto sospendere i campionati giovanili per l’emergenza che stiamo vivendo? Purtroppo qui a Salerno l’impiantistica e le strutture non sono delle migliori. Da un lato sono consapevole che è stata la scelta giusta dall’altro lato mi dispiace per i miei ragazzi che stavano facendo bene. Il mio auspicio è qualche ragazzo il prossimo anno possa trovare posto in qualche Juniores.

Cosa ti aspetti dal presente e dal futuro? Purtroppo questo virus ha scombussolato tutto sia a livello personale sia lavorativo oltre anche alla possibilità di fare scuola calcio che è venuta meno. Speriamo che presto si possa tornare alla normalità. A me piace lavorare con un progetto. Si era creata una bella sintonia coi ragazzi stando insieme per un biennio. Ormai sembrava che andassero quasi da soli come un meccanismo ben oliato. La cosa bella è stata rappresentata dagli attestati di stima dei genitori che mi hanno apprezzato in quanto istruttore ed educatore.

Tag: Borsa, Salernitana,
Emanuele Landi - Sport -

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