di Pasquale Rocco - Cronache
Il parroco di San Demetrio in Via Dalmazia di Salerno celebra oggi il quarantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Infatti il 26 aprile 1980 veniva ordinato sacerdote, dopo aver frequentato il seminario cittadino dall’arcivescovo mons. Gaetano Pollio e destinato al suo paese natio di Acerno, dove diventerà l’anno successivo parroco della Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Ha continuato gli studi teologici presso la Facoltà Pontificia di Scienze religiose “San Tommaso” di Napoli, conseguendo il baccerellato, la licenza di specializzazione ed il dottorato; ha insegnato religione negli istituti statali, oltre che diritto ecumenico e sacramentale presso il Seminario metropolitano. Ha ricoperto importanti incarichi a livello diocesano e solo da qualche mese si è liberato dell’onerosa responsabilità di presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. Dopo l’attività pastorale nel paese d’origine nel 2007 assunse la responsabilità della parrocchia di San Benedetto in Faiano di Pontecagnano sino a giugno del 2010, Dopo la rettoria di San Michele a Salerno, il 4 agosto 2012 accompagnato dall’Arcivescovo, Luigi Moretti faceva ingresso nella parrocchia di San Demetrio in Via Dalmazia, dove tuttora è parroco. Cogliere in quarant’anni di vita sacerdotale gli aspetti più salienti non è semplice, ma una costante si ricava nel fermo credo che la parrocchia è comunità di fedeli; non è un caso che tra le pubblicazioni edite vi è appunto, tra le prime, “La mia comunità negli anni 80’” ed una successiva (2002) aveva il titolo “Il cammino di una comunità”. Non basta, allorchè il 4 agosto 2012 Don Mario fa il suo ingresso a San Demetrio dà immediato impulso al processo di costituzione dell’organizzazione parrocchiale nell’accezione di “comunità di fedeli”, dando vita, su base libera e volontaria di adesione e disponibilità, al Consiglio Pastorale ed al Consiglio Affari Economici, recuperando un autentico, operoso e reale servizio del laicato nella linea della corresponsabilità. Non va dimenticato che l’anno successivo, quando fa ricorso ai più moderni mezzi informatici per raggiungere i “suoi” fedeli dà vita al periodico dal significativo titolo “Insieme”: sarà il diario di bordo dei momenti più significativi della vita parrocchiale sino ad oggi. Sulle strade del servizio religioso mons. Salerno sperimenta la chiesa missionaria e, dopo un gemellaggio tra la parrocchia di Acerno ed il centro missionario di Mahitsi in Madagascar nel 2002, comincia un pellegrinaggio costante che lo porterà a toccare realtà di miseria che non sono comprensibili nei documentari, ma che penetrano nel suo cuore dando, nel servizio pastorale, un posto di rilievo ai poveri del mondo, agli “amati” del Signore, dopo l’incontro con la fondatrice della comunità religiosa di suore “Ancelle della Visitazione”, madre Vincenza Minet. Dopo il Madagascar va in Kenya, Brasile, Filippine, Cameroun lungo un filo invisibile di povertà e miseria tanto che in occasione delle sue nozze d’argento con l’ordinazione sacerdotale la comunità di Acerno si impegna, dopo altri progetti missionari, a sostenere la costituzione di un centro di accoglienza per minori in Brasile nella città di Jaiba. La strada tracciata non si interrompe a Salerno perché la formazione religiosa e missionaria a beneficio conosce appuntamenti importanti con la presenza di figure di rilievo come padre Alex Zanotelli, Ernesto Olivero, il compianto Don Luigi Mazzucato ed infine Don Dante Carrano, che dirige l’Associazione dei Medici con l’Africa. La comunità “scopre” a Venticano il candore di una tredicenne, Rachelina Ambrosini e con la fondazione dedicata al “giglio dell’Irpinia” sostiene la costruzione di una scuola per ostetriche nella contea di Lui, in Sudsudan, che è lo stato con il triste primato mondiale di vittime di mamme al parto e neonati nel primo anno di vita. La scuola viene finanziata per tre anni sino al conseguimento di ben venticinque laureati del luogo ed è intitolata a Trotula de Ruggiero, la prima donna medica della Scuola salernitana. Il primo salone delle strutture parrocchiali viene dedicato a Rachelina, l’altra a Madre Teresa di Calcutta: è il luogo in cui ogni domenica trovano cibo i senza fissa dimora della città di Salerno grazie al supporto di altre quattro parrocchie e dell’associazione “Venite libenter” di Rossano Daniele Braca; con loro il nuovo arcivescovo, mons. Andrea Bellandi ha trascorso l’anno passato la sera di Natale in un’azione generosa che non ha conosciuto soste nemmeno con la pandemia svolgendosi con regole rispettose delle prescrizioni dell’Autorità. Ma non dimentichiamo le tante occasioni di catechesi e formazione in sede e fuori, le iniziative del Circolo con le “nonnine dedite a fare cappellini di lana per i neonati del continente africano, la costituzione di un gruppo teatrale “Le voci di dentro” con Gioacchino Reggiani, capace di organizzare ben sette riuscite edizioni di rassegna. Quarant’anni di tracce così indelebili nel cuore di tantissimi fedeli non potranno avere una celebrazione ufficiale per l’epidemia in atto. Alle dieci e trenta di oggi, però,le comunità di Acerno, Pontecagnano e Salerno ed i tantissimi amici, durante la messa celebrata nella Chiesa e trasmessa sul sito della parrocchia via facebox, in comunione spirituale si ritroveranno a distanza per elevare un inno di gratitudine a Don Mario con gli auguri di continuare sulle strade del servizio con la stessa energia e la capacità di vero trascinatore.
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