Lo sport resta una grande passione, fino a poco tempo fa quanto poteva si dilettava con gli amici di sempre nelle classiche partitelle di calcetto chiudendo a chiava la porta. Quella porta che per anni ha difeso in piscina, dalle giovanili della Rari Nantes Salerno alla Serie C con Oasi e Pallanuoto Salerno con una parentesi alla RN Napoli. Parliamo del giovane salernitano Edoardo Vassallo, portiere per passione e pediatra di professione, fratello di Gabriele, attuale portiere della Canottieri Napoli e plurimedagliato con le giovanili del Settebello. Un mestiere scelto, voluto. Ormai all'ultimo anno di specializzazione, mentre con i colleghi si discuteva e si ragionava su quale sarebbe stato il reciproco futuro lavorativo, si è abbattuta sull’Italia la tempesta Coronavirus: "Non nego che io stesso, nella fase iniziale dell’epidemia, non avevo ancora ben chiaro che questo evento avrebbe rappresentato una tale minaccia per la popolazione, mettendo così a dura prova il nostro Sistema sanitario nazionale - ha dichiarato il classe '90 al quotidiano "Il Mattino" - Nell’ambito della preparazione a questa «guerra», l’AOU Federico II ha messo in piedi, in tempi record, una serie di reparti dedicati, tra cui l’HUB Covid pediatrico, diretto dal prof. Alfredo Guarino, direttore dell’UOC Malattie infettive pediatriche. Alcuni miei colleghi del V e IV anno ed io ci siamo subito resi disponibili nel supportare il prof. Guarino e i suoi collaboratori nella gestione degli aspetti pediatrici di quest’emergenza".
Edoardo non si è tirato indietro proprio come ha fatto per anni conciliando studio e vasche, vasche e studio, dedicandosi più di recente al moderno crossfit. Nonostante l'inevitabile preoccupazione della famiglia che a distanza, seppur breve, lo supporta e ne elogia coraggio e caparbietà: "Da circa due settimane lavoriamo a pieno regime nel reparto - ha proseguito Vassallo senior sempre dalle colonne del "Mattino" - Attualmente sono ricoverati due pazienti, uno di 6 mesi e l’altro di 2 anni e mezzo, con confermata infezione da SARS-CoV-2. Gestiamo, inoltre, moltissimi altri pazienti attraverso un triage e una rete di supporto telefonico H24 ai pediatri e agli ospedali del territorio, in quanto centro di riferimento".
Una sfida difficile ma da affrontare a testa alta: "L’impegno è continuo e molto intenso dal punto di vista fisico e mentale, in quanto i turni sono sostenuti e sullo sfondo c’è sempre lo spauracchio di poter contrarre l’infezione. Molti di noi, infatti, si sono isolati dalle proprie famiglie ed io non vedo i miei genitori, mio fratello e la mia fidanzata Benedetta da alcune settimane. Tuttavia il nostro lavoro ci dà grande soddisfazione. I miei colleghi ed io siamo onorati di formare un piccolo anello della catena che sta tenendo insieme l’Italia intera, in Campania tra l'altro siamo stati fortunati in quanto l'esempio della Lombardia ci ha permesso di poter approntare misure preventive con le tempistiche necessarie. Il mio pensiero e sostegno va sempre ai colleghi che in Lombardia e in Emilia Romagna vivono nel cuore dell’epidemia, lavorando in condizioni ben più drammatiche rispetto alle nostre. La mia, e la nostra speranza - ha concluso il dottore dai trascorsi pallanuotistici - è tornare al più presto ad abbracciarci, a viaggiare e a crescere tutti insieme".
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