di Giovanna Naddeo - L'Ora di Cronache
Da quando il virus è arrivato nel salernitano, non si è fermata un attimo la macchina da cucire di Tina Spisso, artigiana tappezziera di lunga esperienza e titolare della piccola azienda “L’arte del tendaggio” a Lancusi di Fisciano. E proprio dalla cittadina della Valle dell’Irno posta in maxi-quarantena a seguito del caso dell’inserviente Unisa risultata positiva al coronavirus, che sono partite produzione e consegna di quasi mille mascherine da distribuire alle famiglie e al plesso ospedaliero di Curteri. A render ancora più preziosa la produzione è la conoscenza delle peculiarità di ogni singolo tessuto. Da qui la scelta, da parte della signora Tina, di prediligere la cosiddetta “pelle d’uovo” per le sue mascherine.
«Si tratta di un tessuto della tradizione, in passato molto utilizzato dalle nostre nonne» spiega l’artigiana. La “pelle d’uovo” è una tipologia di cotone a trama molto fitta, perfetta per esser lavata e riutilizzata dopo la bollitura. «Anche gli oncologi apprezzano questo tessuto tant’è che iniziano a chiedercelo per i malati di tumore» sottolinea Tina Spisso, tra una cucitura e l’altra. E per la consegna? «I Carabinieri della Stazione locale stanno contribuendo in maniera molto forte, im- pegnandosi nella distribuzione nelle case e all’ospedale. C’è davvero una grande richiesta perché quelle chirurgiche non coprono il fabbisogno quotidiano. In pochi giorni ho esaurito oltre duecento metri di elastico! Queste mascherine vogliono rappresentare un contributo genuino ed ecologico nella lotta al virus. In questo frangente ciascuno sta mettendo a disposizione quello che sa fare meglio. Io cucio di mestiere. Adesso, cucio mascherine per solidarietà».
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