di Antonio Iovino
Si è espressa sul complicato momento, anche la dottoressa Antonella Colucci, dell’omonima farmacia: “Non è una cosa semplice da accettare quella di entrare in farmacia e sentirsi dire che i medicinali di cui si ha urgente bisogno non sono disponili, talvolta addirittura irreperibili da ogni fonte. Non si tratta di casi isolati e alcuni tipi di prodotti risultano indisponibili per lunghi periodi di tempo. Quelli per i quali si verificano più spesso delle carenze sono, oltre ai farmaci antipertensivi, quelli per il Parkinson, per l’Alzheimer, per l'asma e per le aritmie cardiache. Il caso più eclatante è però quello degli antitumorali. Di particolare rilevanza, in questo periodo storico, è anche la difficoltà nel reperire il Plaquenil idrossiclorochina 200 mg, prescritto comunemente per il trattamento dell’artrite reumatoide, usato anche per il trattamento del Covid-19. Questo farmaco infatti mostra “dati preliminari di potenziale attività antivirale”, motivo per cui l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco, ndr) ne ha concesso l’uso al di fuori delle normali indicazioni (si parla in tal caso di usi “off label”). Tuttavia l’Agenzia del farmaco stessa non lo inserisce tra i farmaci carenti, malgrado il produttore avvisi che potrebbe essere disponibile in misura ridotta”.
Dopo aver sottolineato che, al momento, inoltre, comincia a scarseggiare la vitamina C, anche la dottoressa Colucci si esprime sulla situazione riguardante le mascherine: “Sono terminate da molto tempo ed è davvero difficile recuperarne, ben da prima che l’Oms dichiarasse il Coronavirus una pandemia. I clienti, stressati dalla situazione, tendono a richiederne spesso quantitativi molto elevati, anche più del fabbisogno di una famiglia, vedendo in queste una fonte di sicurezza talvolta più importante anche del restare al sicuro tra le mura domestiche. Personalmente, dei vari ordini effettuati, ad oggi ho ricevuto solo un primo carico di mascherine triplo strato in Tnt, e ne attendo un altro della tipologia Ffp2 che dovrebbe essere consegnato a giorni, previo processo di sanificazione della durata di 48h. Un’attesa snervante per tutti, anche per il personale che rapidamente si è dovuto autonomamente adattare a questa situazione”.
Nonostante l’immensa importanza di questa figura sanitaria, la dottoressa Colucci specifica che: “Nessuno si è preoccupato della tutela del farmacista, il quale ha altissime probabilità di venire a contatto con il virus interfacciandosi quotidianamente con un pubblico particolarmente vasto ed eterogeneo. La categoria sta affrontando con grande impegno e dedizione un momento particolarmente difficile, sia dal punto di vista professionale che personale. Tutti i giorni ai nostri pazienti è offerto il miglior servizio possibile, garantendo la tutela del diritto fondamentale della salute, pur mettendo a rischio la nostra incolumità e quella delle nostre famiglie”.
È facile immaginare che, in questi giorni, a causa di timori e stress, tutto diventi un po’ più complicato: “Le problematiche sorte con la clientela sono riconducibili all’esasperazione e alla preoccupazione dovuta a questa complessa situazione. Spesso è necessario richiamare l’attenzione per far sì che sia rispettata la distanza di sicurezza minima di un metro e che nel locale accedano non più di due persone per volta; capita, inoltre, che le persone siano sprovviste di guanti e mascherine. In più la confusione e le informazioni errate hanno fatto sì che tra i pazienti presi dal panico, sia nata l’idea della necessità di rifornirsi di immense scorte di medicinali. La clientela è alla ricerca di chiarimenti sulle modalità di diffusione e sulla pericolosità del virus, su come individuare i sintomi e su quali farmaci sia possibile utilizzare, ed è anche fondamentale tenere in considerazione come le persone vedano, nella figura del farmacista, anche un importante sostegno emotivo. Talvolta però – conclude Colucci - ci si dimentica che, nascosti dietro a quel sorriso, alle spalle del bancone, ci siano uomini e donne in carne e ossa, con le loro paure e preoccupazioni. Anche noi, pressati da questi momenti difficili, possiamo risultare meno solari del solito, ma comunque questo non ci impedirà di portare a termine quella che è la nostra “missione”.
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