di Adriano Rescigno
Dopo la positività al Covid-19 del medico di base Antonio De Pisapia, di Cava de’ Tirreni e l’appello del sindaco Enzo Servalli – a tutti coloro che hanno avuto contatti con lui – a farsi avanti, arrivano le parole della figlia del medico, Carla: “Per sei giorni ha chiesto aiuto, nessuno ha risposto”.
“Mi assumo ogni responsabilità di ciò che scrivo – Carla De Pisapia – mio padre è risultato positivo al Covid-19 il giorno 27 marzo e ce l’hanno comunicato verso le ore 14:00-15:00; dopo che lui la mattina presto, insieme a mia madre tramite comunicazione telefonica, ha deciso di farsi ricoverare all’ospedale da campo di Cava de’ Tirreni. Erano sei giorni (la febbre è iniziata il giorno 21 marzo) che aspettava a casa qualcuno che gli venisse a fare il tampone, nonostante le diverse telefonate per sollecitare ed altre senza alcuna risposta. È stata una decisione costretta sia per i sintomi sia per sottoporlo al tampone.
È inaccettabile che un medico con sospetto Covid sia lasciato abbandonato a se stesso, alle cure della sola famiglia e della Croce Rossa, che purtroppo non può effettuare i tamponi, mettendo a rischio la salute dei pazienti con cui ha avuto contatti e di tutta la sua famiglia” “Non è allarmismo, ma verità – continua la donna – Mio padre oltre ad essere un medico è anche lui un paziente con patologia e a quanto pare i pazienti con patologie non hanno la precedenza su altri che non ne hanno e devono comunque effettuare il tampone.
Anche a noi familiari deve ancora essere effettuato, quanto ancora ci vorrà? Ovviamente siamo in quarantena. Mi rivolgo ai pazienti che hanno avuto contatti con lui, sicuramente mio padre avrebbe continuato a tutelarvi e ad avvisarvi se ne avesse avuto la possibilità. Perciò chiunque abbia avuto contatti con lui si metta in lista e preghi Dio. Tu Papà hai deciso di aiutare gli altri con la medicina, io con l’informazione, ti amo tanto, guarisci presto, che Dio ti protegga”.
Adesso direttore sanitario cittadino e primo cittadino, sono chiamati a chiarire i perchè di questi ritardi.
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