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Il Rugby anticipa tutti e chiude i battenti per la stagione sportiva 2019/2020 ma lo sguardo dei suoi protagonisti è volto positivamente al futuro, nel pieno spirito solidale che da sempre anima il mondo della palla ovale. "Sono assolutamente favorevole alla sospensione globale dell'attività - spiega Lucio Radetich del Salerno Rugby - Anche se noi ormai facciamo solo attività giovanile non possiamo che plaudere alle decisione federale. Per motivi tecnici ma anche e soprattutto etici e morali: il rugby è lo sport per eccellenza del contatto non solo di gioco ma anche umano, lo sport dove le distanze si azzerano. Vedere il campo vuoto intristisce come non mai ma di fronte ad un'emergenza tale è inevitabile. Dietro i bambini ci sono famiglie, è l'intero movimento che va salvaguardato e soprattutto resta sempre uno sport, le priorità sono altre. Dal canto nostro siamo fiduciosi nella ripresa potendo contare su una struttura di proprietà (a Ciorani di San Severino) e, d'accordo con il presidente Forestiero, abbiamo deciso di estendere per chi vorrà avvicinarsi alle nostre attività la gratuità dell'iscrizione fino all'Under 14. Un modo per offrire il nostro piccolo contributo e continuare a perorare le cause solidali di sempre".

"Il rugby è sacrifici e fratellanza per antonomasia e non poteva che essere il primo a dare l'esempio - spiega Roberto Manzo, patron dell'Arechi Rugby - E' l'intera orbita che va preservata, non soltanto chi scende in campo e naturalmente non posso che essere d'accordo con la sospensione globale, dal punto di vista sanitario e tecnico. Considerando che ci vogliono minimo due settimane per riprendere una condizione agonistica decente, sarebbe stato inutile aspettare per poi accelerare in poco tempo e mettere a repentaglio sotto altre vesti la salute e l'integrità fisica degli atleti. Certo, dispiace che la stagione venga congelata con la Seniores lanciatissima in C1 ed un movimento sempre più florido come l'Under 18 ed il Mini Rugby. Inoltre eravamo riusciti grazie alla collaborazione del comune di riportare il nostro sport nel cuore di salerno, facendo diventare il "Vestuti" la casa del rugby e questo, per una città dalle strutture ridottissime come Salerno, è motivo d'orgoglio. Ripartiremo con ancora più voglia, provando a migliore quegli aspetti su cui dovevamo lavorare e magari aspettando un sostegno dagli enti preposti più come sgravi sui costi associativi, d'iscrizione e tesseramento che contributo sui generis che comunque è ben accetto".

In prima linea già dai primi giorni dell'emergenza con iniziative sociali, donazione di sangue e tante altre attività parallele di sostegno ai più bisognosi, la Zona Orientale Rugby Popolare (attiva sia in campo maschile che femminile) raddoppierà i propri sforzi al servizio della collettività: "Concordiamo sulla sospensione per necessità sanitaria globale e locale - spiega Lambros Andreou - La nostra disciplina non segue logiche utilitaristiche ed economiche come il calcio, anzi funge da traino per i bisogni delle classi più disagiate. Quando si ripartirà l'obiettivo sarà sempre lo stesso, raddoppiando le forze: intervenire nel sociale e aiutare chi è senza risorse, evitando un boomerang dalla conseguenze drastiche. Abbiamo messo radici al campo "XXIV Maggio" a S.Eustachio proprio per offrire un supporto umano prima che sportivo al quartiere e ci auguriamo che federazione ed altri enti preposti supporteranno le iniziative di chi come noi si batte per il bene collettivo. Garantiremo la gratuità dell'attività a tutti i minori della nostra associazione e a chi ne voglia far parte, l'accesso allo sport è fondamentale".

"La stagione era ormai conclusa, riprenderla per una o poche partite non avrebbe senso mettendo a repentaglio doppiamente la salute degli atleti - spiega Pippo Ferraioli, presidente dell'Agro Rugby Stallions - Non possiamo che concordare con quanto deciso. In prospettiva futura non mi aspetto nulla a livello di contributi dagli enti preposti, visto che fino ad ora non ce ne sono stati in quegli sporadici casi in cui sono stati richiesti. Quello che vorrei facesse la Federazione è istituire un tavolo di confronto con le amministrazioni locali, soprattutto in un territorio come il nostro, e far pesare la sua voce per dare un futuro al nostro movimento consentendoci di poterci allenare in strutture adeguate, in fasce orarie consone e non facendoci trattare da ultima ruota del carro rispetto al calcio che ha il predomonio e costi maggiormente sostenibili visti gli introiti che magari ha una scuola calcio. Altrimenti realtà come la nostra, senza la possibilità di attrezzare un settore giovanile per i motivi sopracitati, nel giro di pochi anni sono destinate a scomparire e lo sarebbero state lo stesso a prescindere dalla pandemia. In ogni caso proveremo a rilanciare e riprendere un progetto con le scuole, andremo avanti autofinanziandoci: la passione di certo non morirà".

"Il tempo è galantuomo e sono sicuro che darà ragione a chi ha assunto questa decisione lungimirante - spiega Antonio Leo, factotum e colonna portante del Rugby Battipaglia, scopritore di talenti come l'ex nazionale Staibano - Il rugbista è atleta globale che ha bisogno di allenarsi a 360° tra campo e palestra senza soste, non come il calcio dove ci si può organizzare anche individualmente. E' necessario fermarsi per la salute di tutti, prevenire è meglio che curare, considerando che dietro ad ogni atleta c'è una famiglia. Se dovesse succedere qualcosa di grave nel nostro sport, avrebbe risonanze mediatiche ben più gravi di quanto possa avere un'altra attività. Mi auguro che passiamo indenni l'estate in modo da ripartire, io ho brindato da poco ai 50 anni di vita dedicati al Rugby, la mia società ai 25: è una creatura che ho fatto nascere, crescere e voglio portare avanti nel tempo".

Chiude il cerchio la realtà più giovane, l'Hydra RC: "Siamo orgogliosi di essere un movimento aprifila - spiega il vice presidente Pasquale Esposito - Siamo sempre in prima linea con la nostra federazione. Dispiace perchè avevamo l'entusiasmo del noviziato, sia la prima squadra in C che il settore giovanile ci stavano dando soddisfazioni ma di fronte a queste situazioni non si può fare altrimenti. Vorrà dire che quando tutto sarà finito festeggeremo con un gigantesco terzo tempo. L'impatto economico? Credo ne risentiranno maggiormente i club professionistici e di prima fascia, noi rischieremo di avere meno sponsor ma essendo abituati all'autofinanziamento e contando su partner fedeli riusciremo a limitare i danni. Non resta che navigare a vista e sperare di tornare in campo il prima possibile".

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