Non un’aula piena, ma una stanza di casa. Non una commissione dall’altra parte del tavolo a giudicare ma dall'altra parte dello schermo, rigorosamente in diretta streaming. E' la storia che molti laureandi stanno vivendo, sfruttando le potenzialità del web. Tra le prime a sperimentare questa modalità innovativa, la giovane salernitana Federica De Caro che ha conseguito il titolo di dottoressa in "Scienze Politiche e delle relazioni internazionali" presso l'Università degli Studi di Salerno. Un sospiro di sollievo dopo tanta apprensione: "Effettivamente ho avuto paura di veder saltato tutto - spiega Federica ai nostri microfoni - Non solo quando hanno chiuso le Università ma fino a pochi giorni prima della discussione temevo un nuovo decreto o meglio ordinanza, anche interna, che mandasse all'aria la possibilità di sostenere le sedute in videoconferenza".
Pericolo, fortunatamente, scampato: "La sensazione è comunque bella. Provi in ogni modo una forte emozione perché quando pronunciano il tuo nome capisci che devi essere tu a parlare, anche se attraverso uno schermo sai che quello è il tuo momento - prosegue Federica - Però mantenere l’attenzione è più difficile perché non riesci a concentrare il discorso guardando negli occhi i professori e soprattutto quando c’è stata qualche piccola interferenza di connessione, il che è capitato prima della mia discussione ad altri candidati, l’ansia sale ancora di più. Però tutto sommato è stato bello".
Una soddisfazione raddoppiata con festeggiamenti...casalinghi: "Sostenere la mia tesi e laurearmi in questo periodo mi ha reso ancora più orgogliosa del lavoro che ho svolto e che sono riuscita a portare a termine nonostante la surreale situazione che stiamo vivendo - conclude - Sono orgogliosa di me, dei miei colleghi e anche dei professori che hanno svolto al meglio il proprio lavoro e che hanno mostrato molta più umanità di quella che riscontri dietro una cattedra. L’impressione era come se tutti dietro al proprio pc fossero quasi sullo stesso livello, professori e laureandi. Però sicuramente quello che mi è mancato di più è stato non avere la mia famiglia al completo presente in quel momento e tutti i miei amici. Anche la sensazione di stringere la mano ai professori con la consegna della pergamena mi è mancata tanto, perché è quello il momento in cui realizzi che sei diventata dottoressa. Però siamo la dimostrazione che le cose anche se in modalità diverse si possono fare. Basta crederci e trarre il meglio in tutto quello che la vita ci presenta".
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