Il provvedimento di chiusura di discoteche e luoghi di ritrovo emanato nella serata di ieri dalla Regione Campania scatena, come prevedibile, un'altra ondata di polemiche. E' l'Italia dei controsensi, su questo poco ci piove. Controsensi esponenzialmente amplificati dalle nostre parti. Pochi istanti dopo la diffusione della notizia, gli ormai pochi esponenti dell'imprenditoria salernitani rimasti a combattere sul fronte delle discoteche hanno incassato e accettato il colpo, riaprendo però l'atavico dibattito: perchè noi si e altri locali, con seri rischi di carenze igienico-sanitarie e soprattutto spazi limitati no?
E' lucidissima l'analisi di Germano Porcaro, artefice della nuova gestione del Modo in via Antonio Bandiera: "Sono d’accordo, bisogna prevenire la diffusione del virus ed usare buon senso - ha commentato - Però spiegatemi il nesso scuole chiuse/sale gioco aperte, cinema e teatri con drastiche limitazioni per non dire chiusi/centro commerciale aperto, discoteche chiuse/pub, ristoranti e pizzerie aperte. E ci sarebbero tanti altri esempi da fare. Non sono questi luoghi che pullulano di gente, esponendosi ad alti rischi di contagio? (visto anche il sovraffollamento per la chiusura degli altri e le poche precauzioni adottate da vari cittadini, soprattutto i più giovani). Noi eseguiamo gli ordini, ma ora i dipendenti chi li paga? Il fitto chi lo paga? Lo stato? Cari politici ma a noi imprenditori ci pensate? Nel frattempo la soluzione imminente qual è per noi? Licenziare? Maledetta Italia, sempre le cose a metà. Bisognerebbe bloccare tutto ma nel vero senso della parola, fermarsi tutti senza distinguo! Però dovete aiutarci perché non è questo il metodo e come sempre accade si muore a metà!".
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