«Sono dei giovanissimi ad aver incendiato il Saretto. La verità di oggi brucia quanto il fuoco che ha distrutto il nostro amato Monte». Sono parole amare quelle che il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora pronuncia in merito all’incendio del monte Saretto ad opera di un gruppo di ragazzi, cinque dei quali minorenni. «Faccio una riflessione: i giovani piromani da una parte ed i giovani volontari dall’altra. Sembra – continua il primo cittadino dal suo profilo Fb – una lotta tra il bene ed il male; tra barbarie ed umanità; tra superficialità e generoso sacrificio. Sono stati giorni convulsi, difficili, complicati. Oggi si sta ricostruendo un mosaico di pezzi di verità che lascia sgomenti per i danni, le modalità, il coinvolgimento di giovani della nostra città, le confessioni rilasciate. Non parlerò di “una generazione” nel grande rispetto dei tanti figli di Sarno che sono il nostro orgoglio, il nostro futuro ed invito anche voi, miei cari concittadini, a non farlo. Chi ha distrutto la nostra terra “per uno scherzo” (cosi’ avrebbero motivato tutto), merita di essere identificato, giudicato e condannato nella sua singola responsabilità e non generalizzando. Confidiamo nella giustizia alla quale chiediamo pene severissime, esemplari, senza sconti, nella piena consapevolezza del grave crimine commesso». Infine, Canfora ha voluto “ringraziare gli investigatori per il lavoro rapido ed incessante. Attendiamo fiduciosi ulteriori chiarimenti dalle indagini”. Le indagini, immediatamente avviate dai Carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore con il supporto della stazione carabinieri Forestale di Sarno, infatti, hanno consentito di focalizzare l’attenzione su 6 giovani, 5 dei quali minorenni, già identificati. Le loro posizioni sono al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Salerno (pm Angelo Frattini) e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore. Gli elementi allo stato raccolti, derivanti da rilievi tecnici effettuati sul territorio, sequestro di cose “pertinenti” al reato ed assunzione di informazioni, configurano – secondo quanto sostengono gli investigatori – un quadro indiziario significativo in ordine all’effettivo coinvolgimento del gruppo di giovani nell’origine dell’incendio. (da Le Cronache)
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