“Per me è la terza volta al Giffoni – esordisce con un incredibile sorriso Gabriella Pession – ma già mi prenoto per il prossimo anno e spero che per me ce ne siano molte altre di edizioni future, tante quante quelle che avrà il Festival”. L’attrice ha presentato in anteprima al Giffoni 2019 le prime immagini della fiction che sta girando attualmente, Oltre la soglia, in onda su Canale 5 nel prossimo autunno per 12 puntate.
La nuova sfida seriale la vede impegnata nei panni di Tosca, primario di neuropsichiatria infantile con problemi mentali (è infatti affetta da psicologia paranoide, ma solo un collega è a conoscenza della diagnosi). Il target della fiction è tra i 12 e i 18 anni. Diretta da Monica Vullo e Riccardo Mosca, è sceneggiata da Laura Ippoliti, presente durante la presentazione in sala e altrettanto colpita dalla sagacia dei jurors: “Voi siete il pubblico del futuro – ha detto loro – e più siete esperti e più noi siamo costretti a fare prodotti di qualità. Non vi accontentate, chiedete il massimo”.
Le domande in sala Truffaut sono state puntuali e profonde, intervallate da tre clip del primo episodio che mostrano altrettanti momenti chiave della vita in corsia, da un tentato suicidio ad un comportamento autolesionista. “Qui ricevo i quesiti più intelligenti – ha continuato la Pession – ed è un onore essere ancora a Giffoni”. La storia riflette i piccoli e grandi disagi di ciascuno di noi con un realismo a dir poco sconcertante, almeno stando alle premesse: “A 23 anni – confessa la sceneggiatrice – ho avuto il primo attacco di depressione. All’inizio pensavo di essere pazza, non avevo il coraggio di parlarne ma ora so che qualunque decisione prendessi all’epoca oramai avevo smesso di fidarmi di me sessa. Grazie ad un libro dello psicologo Paolo Cassano ho capito che non bisogna vergognarsi, ma parlarne”.
L’attrice, che “ama follemente” la sua Tosca, dopo l’ultimo ciak cambia registro: “Il 7 ottobre inizio le riprese dell’adattamento del romanzo Da domani mi alzo tardi di Anna Pavignano, compagna di Massimo Troisi, girato in inglese in cui ho convinto l’irlandese John Lynch, il mio attore preferito che adoro dall’età di quindici anni. È ispirato alla vita di Troisi e ne parla come se non fosse morto, come se fosse sopravvissuto al trapianto cardiaco e continuasse la sua storia d’amore con Anna. Poi continuo a portare a teatro con Lino Guanciale lo spettacolo After miss Julie con la regia di Giampiero Solari, che mio marito mi ha fatto scoprire e di cui sono innamorata. In Italia non è mai stato fatto, l’ho comprato e portato in scena. E poi? Un po’ di riposo”.
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