C'è ormai un legame indissolubile tra la Vittoria (non a caso il nome di sua figlia) e mister Antonio Pessolano, per tutti lo Special One. A distanza di due anni dall'impresa play-off con il Centro Storico, il tecnico salernitano si è ripetuto scrivendo la storia di Coperchia portando l'Honveed in Promozione: "Parto proprio da quel Giugno del 2017. Al termine della felice post-season con il Centro Storico ho avvertito la necessità di stare fermo dopo un'annata stancante ma anche per assenza di progetti o condizioni ideali per poter lasciare la mia impronta - inizia così la lunga intervista ai nostri microfoni - Naturalmente dopo un determinato periodo la passione e la voglia di rimettersi in gioco prende sempre il sopravvento".
La poderosa cavalcata Honveed inizia con un retroscena: "La scorsa estate un gruppo di amici, composto da tanti calciatori con cui ho condiviso esperienze importanti, mi propose di prender parte ad un progetto di Terza Categoria, con la nascita del Real Matierno. Gli risposi che erano ancora in condizione di potersi togliere soddisfazioni in palcoscenici più alti e fare ancora qualcosa più importante. Ad Agosto inoltrato arrivano i primi contatti con il ds Coccorullo - prosegue Pessolano - e memore di una vecchia promessa fatta al presidente Notari qualche anno prima quando mi chiesero di subentrare a campionato in corso ma poi non se ne fece più nulla, ho accettato l'incarico a Coperchia e nove mesi dopo quella promessa è stata mantenuta: vincere il campionato".
Il lavoro è stato subito intenso per mettersi al pari con le altre squadre già costruite: "Ci ritroviamo a fine Agosto con un parco giocatori più che esiguo. Con gli stessi atleti ancora tesserati con l'Honveed, vedi Oliva, abbiamo dovuto impiegarci due settimane per convincerli. Peluso, Iovane, Coccorullo e Rega (poi andato via, ndr) erano gli unici quattro giocatori che avevamo poi man mano siamo riusciti ad integrare il contesto e dato un grosso schiaffo morale a chi non credeva più in nessuno di loro. A centrocampo eravamo contati ma nella sfortuna siamo fortunati di aver trovato in Festa e Vigilante due punti cardine di questa squadra. Ho chiesto alla società di assecondarmi, sono abituato a correre per conquistare l'obiettivo ed a volte mi sono dovuto dare il pizzico sulla pancia per rallentare onde evitare di andare oltre e rischiare di non essere più seguito. A tal proposito ringrazio tutti coloro che non sono veluti venire all'Honveed, che non hanno avuto fiducia in noi: ora magari staranno rimpiangendo sicuramente qualcosa".
L'inizio mette subito in chiaro una cosa, l'Honveed vuole primeggiare: "La continuità di risultati iniziali ci ha dato una grossa spinta per alzare l'asticella degli obiettivi - prosegue l'ex portiere ed allenatore delle giovanili della Paganese - Eravamo d'accordo che se a Dicembre ci fossimo trovati in vetta, avremmo fatto il possibile per rafforzare ancora di più l'ossatura. Poco prima sono riuscito nell'impresa di riportare in campo Fabio Di Giacomo, l'ho corteggiato durante le terapie a cui si sottoponeva ed alla fine siamo riusciti ad apporre questa ciliegina sulla torta. L'ingresso in società di Lele Baratta ha rinvigorito ulteriormente il nostro entusiasmo e accolto positivamente quegli elementi come Comunale, Salzano, Giordano e Basso che poi si sono rivelati altrettanto determinati per la conquista del titolo. Ma a vincere è stato il collettivo, durante il campionato hanno provato ad umiliarci, a darci dei pensionati o della banda che al primo ko si sarebbe sfasciata. Abbiamo perso una sola partita per un episodio a Tramonti, dopo abbiamo battuto Pro Sangiorgese ed Audax, iniziando poi a mille il girone di ritorno: questa è stata la migliore risposta e la consapevolezza che non solo potevamo ma dovevamo vincere. La squadra mi ha seguito con grande abnegazione, ha introiettato la mentalità che ho voluto loro imprimere. Dal punto di vista del gioco, è vero, non sempre siamo stati brillanti ma la nostra solidità, la nostra compattezza, la rapidità di trasformare l'azione da difensiva in offensiva non ha avuto eguali: se oltre alla miglior difesa, nessuno buttava la palla dentro a quest'ora non saremmo qui a festeggiare. Queste sono state tutte armi a nostro favore".
Il finale, dunque, non poteva che essere bellissimo: "Sono stati ripagati i sacrifici, i risultati parlano da soli. Siamo stati perfetti nello gestire le pressioni esterne, le continue dicerie che provavano a minare senza esito il nostro gruppo. La società è stata impeccabile, dedico a loro questa vittoria: sono riusciti a farmi commuovere con una coreografia, per un allenatore, mai vista dalla A alla Terza Categoria. Ma io non voglio fermarmi, voglio subito partire per dare un seguito a quanto fatto: voglio che vengano seguite le mie direttive per poter farci trovare preparati con la Promozione. In ogni caso questo gruppo è per me già in condizioni, integrato con un paio di pedine e gli under più congeniali, di poter aspirare ad un torneo di vertice. Non ci sono mezze misure - conclude - O mi amano o mi odiano. E io sono fiero che tanti miei ex calciatori e finanche avversari mi sono riconoscenti e mi rinnovano a distanza di tempo la propria stima".
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