Dai Templi di Paestum alla Statua della Libertà per continuare a inseguire il sogno di diventare un calciatore. Il “sogno americano” di Paolo Marciano, 23 anni da Capaccio, inizia a un passo dalla Grande Mela: il trequartista cilentano sta incantando tutti a suon di numeri con la maglia dell’Adelphi Panthers, squadra militante nella Ncaa, la massima serie dei college, le università degli States. Una vetrina importantissima per un talento di cui, qualche anno fa, si diceva un gran bene: dopo i primi calci a pochi passi da casa, tra Herajon, Battipagliese e Gelbison, da adolescente fu tesserato della Fiorentina. E che gli ha fruttato subito un titolo nobiliare, quello di Rookie of The Year del 2018, in pieno stile NBA.
Una storia che inizia da lontano quella di Marciano: «Ho avuto l’onore di dividere per tre anni lo spogliatoio con grandi calciatori come Bernardeschi ed Empereur », spiegò la scorsa estate ai taccuini del quotidiano "La Città" - Sono andato a un passo dal debutto dal professionismo, solo che gli infortuni e qualche cattivo consiglio mi hanno frenato. La regola degli under mi ha penalizzato non poco, è un paletto che dovrebbe essere cancellato. Ho giocato qualche anno in serie D, anche ad Agropoli. La scorsa stagione, poi, sono stato in Eccellenza in Calabria, allo Scalea. Stavo bene ma poi mi sono rotto il perone». L’ennesimo stop che sembrava frenare la carriera nel mondo del calcio del Giovinco capaccese che, però, fuori dal campo ha sempre curato un altro aspetto, spesso sottovalutato da chi spera di imporsi agli occhi del grande pubblico: lo studio. Quasi due anni fa, infatti, Marciano si è iscritto alla Facoltà di Economia dell’Università Pegaso di Salerno. Ed è proprio qui che è nata questa nuova opportunità. «Un anno fa sono stato contattato dall’associazione College Life Italia che propone agli studenti universitari italiani di andare negli Stati Uniti per studiare e, contemporaneamente, fare sport ad alto livello. Hanno analizzato il mio curriculum e mi sono arrivate diverse proposte: ho scelto l’Adelphi University, che si trova in un borgo a venti chilometri da New York, perchè mi ha proposto una borsa di studio completa in Management, l’equivalente italiano di Economia». Un’opportunità incredibile che Marciano ha colto al volo: «Avevo qualche offerta importante anche dalla serie D, al Nord. Ma gli States sono gli States...».
L’impatto con il soccer, come viene chiamato il calcio dall’altra parte dell’Oceano, è stato completamente diverso rispetto all’Italia. «Si pensa molto all’aspetto fisico ma si sta migliorando anche per quanto riguarda la tattica. L’arrivo nella Mls di tanti calciatori europei come Giovinco sta migliorando molto la qualità, a tutti i livelli. Il calcio sicuramente qui non è lo sport principale, ma c’è un’attenzione sempre crescente». Un’esperienza pronta a cambiare la vita a Paolo Marciano che, però, non poteva realizzarsi senza l’aiuto speciale di chi l’ha sostenuto sempre. E anche di chi non c’è più e lo guida dall’alto. «Devo ringraziare la mia famiglia, partendo da mio padre e per finire ai miei fratelli. Hanno lottato insieme per ottenere tutti i documenti per stabilirmi negli Usa, la burocrazia è molto stringente ma mi hanno seguito passo passo». Un aiuto concreto per permettere a un giovane calciatore di prendersi il suo “sogno americano”, iniziato all’ombra dei Templi di Paestum e pronto a spiccare il volo a pochi passi dalla Statua della Libertà.
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