70° della Costituzione italiana , in crisi"
In occasione del Convegno internazionale di studi " 70 anni di Costituzione (Università degli studi di Salerno-Aula Consiliare Comune di Cava Dè Tirreni, 30 novembre-1 dicembre 2018)
di ALESSANDRO CAMPAGNUOLO
Il 30 novembre, ad Unisa, si è tenuta la prima di una emozionante due giorni coordinata dal Ch.mo Prof. Lamberti per celebrare il 70° della Costituzione italiana, alla presenza di relatori accademici italiani ed esteri. Innanzitutto, mi sono commosso ascoltando uno stralcio della lettera di addio di Michele: "Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro...non si possono pretendere riconoscimenti...Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità...di garanzie...di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive. Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo...Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere...cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione. Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c'è mai stato posto per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un'epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare...".
La crisi della Costituzione, delle istituzioni e della politica odiena si aggangia proprio al suicidio di Michele, perchè si dovrebbero prevenire gesti estremi indotti dalla disperazione, per armonizzare anzichè mortificare la vita umana. Nel corso del dibattito, comunque, l'attuale politica italiana è stata definita come un "bipopulismo" (perfetto o imperfetto a seconda del valore dato ai risultati elettorali). Sono inoltre emerse le criticità dell'organo del Presidente della Repubblica come funzione e ruolo istituzionale, specie a seguito dell'opposizione esercitata da Mattarella in sede di formazione dell'esecutivo Conte. Ma ciò che più è stato chiarito è che l'attuale democrazia italiana non è retta da una vera e propria regolarità democratica, con espresso riferimento ai nostri sistemi elettorali oltrechè all'iter di formazione delle leggi. Casavola, Pres. emerito Corte Cost., in conclusione ha manifestato assenso ad una modifica della Cost. ancorata ai suoi principi ma ammodernata. L' emerito Prof. Panebianco (elencarne i titoli ed i meriti è arduo) in chiusura, si è domandato se la nostra Carta sia passata o meno sotto la porta di Brandeburgo. Sinceramente, vorrei saperlo dallo stesso Prof. perchè la domanda (retorica - per lui) è aperta a diverse soluzioni dal punto di vista giuridico. Ma per non lasciare l'amaro in bocca al lettore, posso sommessamente avanzare due ipotesi, confidando nella magnanimità di colui che fu Relatore della mia tesi. La prima risposta è che, sì, è passata, nel senso che l'Italia in quanto Stato membro dell'Ue ha applicato il diritto dell'Unione ma, in realtà, è da anni sotto "l'egida" del neo-asse franco-tedesco e soprattutto della Germania (molte sentenze tedesche hanno avuto ricadute positive, tralasciando la vexata quaestio economico-finanziaria). La seconda è che, invece, no, la nostra Carta non si è commista al sistema tedesco nè a quello Ue, nel senso che vi rimane ancora distinta in quanto Carta rigida che ha consacrato i nostri diritti fondamentali votati all'indomani della IIa guerra. E, tuttavia, la Carta dei diritti e la Convenz. dei Diritti Fondam. Ue. - due corpus normativi europei - sono innovazioni in questo senso, mentre la Costituzione europea è oggi un vago ricordo. Resta ovvio che dopo la shoah non si dovrebbero più verificare in Europa quei crimini giudicati a Norimberga e quindi i diritti umani non dovrebbero essere in discussione. E, difatti, la nostra Cost. in quanto autentica non dovrebbe subire nè eccezioni nè pesi in violazione dei suoi principi e diritti (ugualianza, proporzionalità, reciprocità, sanità, lavoro, istruzione, libertà ecc. ecc.) Ma la tematica è gravosa pertanto mi limito a riportare - come lo stesso consesso ha sollevato - che, paradossalmente, i diritti fondamentali continuano ad essere immancabilmente violati. Al riguardo, Rondoni - poeta contemporaneo - sostiene che la spasmodica ricerca di procedure più eque e giuste è cosa vana allo stato attuale, perchè l'imbarbarimento della società è palpabile. Allora, non mi rimane che far ricorso alla storicizzazione ovverosia al principio per cui una legge va calata nella realtà in cui è stata emanata, perciò, tanto vale anche per la vita sociale che altro non è che lo specchio contestuale nel quale in quel dato periodo riflettiamo noi stessi e la nostra "civiltà".
Avv. Alessandro Campagnuolo
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