Il 1 Luglio è ufficialmente partita la stagione agonistica 2018/19 ma le polemiche, specie a livello giovanile, si trascinano costanti nel tempo e non cennano a diminuire. Modifiche regolamentari, campionati stravolti e nuove proposte: tanta teoria ma in pratica a rimetterci sono sempre i ragazzi, in particolare quelli di valore. Discorso analogo per il versante societario e tecnico nei dilettanti dove in pochi danno seguito ai propri programmi e creano continuità con il passato, lavorando sulle basi. Per approfondire la questione in casa Salernitana abbiamo chiesto il parere ad uno degli ultimi tecnici che hanno portato alla ribalta nazionale il settore giovanile granata con passione e lavoro metodologico sul campo, Nino Belmonte: "Tante promesse non mantenute fanno male, sono fiero di pensare adesso alle cose più importanti come la famiglia. Il settore giovanile è ormai divenuto un optional dove i calciatori sono oggetti e burattini nelle mani di avvoltoi. Scordatevi che, almeno allo stato attuale, a Salerno così come in varie altre piazze si possa considerare il bacino giovanile come serbatoio per costruire i propri giovani in casa". Il j'accuse del trainer che negli ultimi anni si è dato da fare nel campionato di Promozione continua: "Allenatori, calciatori, dirigenti: è una baraonda dove tutti si prostituiscono senza dignità. E' il sistema ad essere marcio a monte, uno schifo. Si parla tanto di innovazione, squadre B, riduzione degli Over, ora la divisione del campionato Primavera in due tronconi ma a rimetterci è sempre la meritocrazia ed il valore in senso stretto. E, altrettanto grave, si va perdendo il senso di appartenenza territoriale. Soluzioni? Non ne vedo, la mentalità attuale è irreversibile e volta ad un peggioramento continuo".
Venendo alle cose di casa nostra, Belmonte incalza: "E' triste vedere tanti ragazzi di qualità salernitani purosangue perdersi per strada o vivacchiare tra i dilettanti quando almeno avrebbero sputato il sangue per la maglia di cui sono tifosi e sicuramente raggiunto risultati migliori di ultimi e penultimi posti in sequenza, raggiunti in un contesto confusionario e privo di prospettive. Di recente ne abbiamo ospitati diversi al Memorial dedicato a mio zio Angelo e ad Alberto Massa: quei tempi d'oro sono finiti, persone che privilegiano il valore ed il lavoro se ne vedono sempre meno. Per quanto mi riguarda c'è stata qualche chiamata ma di fronte a progetti poco solidi, concreti e campati in aria: a questo punto meglio restare a casa. Ma se naturalmente ci dovesse essere qualche occasione, la classica mosca bianca, sarei il primo a catapultarmi visto che, a prescindere da tutto, la mia (e così come per me per tanti altri della mia generazione) è una passione senza fine".
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