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Battipaglia, l'Officina Drammaturgica ed il suo percorso rivoluzionario e culturale sulla didattica teatrale e cinematografica

02/12/2023

Un unicum sul territorio provinciale e non solo. Un progetto che intende in primis fornire un'occasione formativo-didattica alternativa alle canoniche modalità comunicative in quanto si propone come latore di tecniche dialogiche ed interattive di nuovissima sperimentazione teatrale e cinematografica. L'Officina Drammaturgica di Battipaglia intende strutturare un percorso rivoluzionario e culturale per ciò che riguarda la maieutica e la forma mentis relative alla didattica sperimentale della recitazione che ingloba il teatro e il cinema. In effetti la Scuola sarebbe una delle pochissime realtà presenti in tutta la provincia di Salerno a connotarsi come struttura didattica "stabile" per ciò che concerne il "Sistema Stanislavskij", il "Metodo Strasberg", il "Metodo Adler" e la nuovissima "Tecnica Meisner", nonchè una delle pochissime scuole in provincia relative alla recitazione in cui i docenti siano tutti diplomati presso la più importante accademia pubblica italiana e più antica istituzione cinematografica europea, il Centro Sperimentale di Cinematografia. Non esiste una realtà formativa del genere sul nostro territorio. La Scuola propone di formare le nuove generazioni battipagliesi in un percorso triennale che simula passo dopo passo le dinamiche utilizzate dal Centro Sperimentale di Cinematografia.

IL METODO DI ORAZIO COSTA

Il percorso parte dalla Phoné introducendo il "Metodo Costa" detto anche metodo della micromimesi. Tecnica italiana leggendaria in drammaturgia sviluppata da Orazio Costa durante la sua docenza presso Il Centro Sperimentale di Cinematografia. I professionisti sono consci del fatto che dizione e pronuncia debbano tramutarsi in un sinolo potentissimo ove possa avvenire uno scambio tra significato e significante della parola. Nello specifico il problema principale di un allievo all’inizio del suo percorso rimane quello secondo cui la fisicità del corpo vada in antitesi con la vocalità generando un atto puramente imitativo che nulla ha a che vedere con l’arte che invece ha una finalità EVOCATIVA e soprattutto CREATIVA. Il metodo sfrutta all’ inizio la phonè e la fisicità dirompente del corpo che si fa teatro esplosivo per poi approdare alla fine del percorso al primo piano cinematografico in cui tutto ciò che il corpo ha sperimentato col teatro e con la fisicità implode condensandosi intimamente con la macchina da presa, permettendo all’attore l’abilità di passare con disinvoltura dal teatro al cinema. Lo studio di dizione, pronuncia e fonetica vengono inglobate nel percorso del "Metodo Costa".

SISTEMA STANISLAVSKIJ

Tutti almeno una volta, hanno sentito parlare del padre della recitazione moderna e delle sue teorie che hanno cambiato per sempre la storia della drammaturgia e del cinema. Il sistema fu un approccio del tutto nuovo ideato da Stanislavskij tra la fine dell'800' e la prima parte del 900'. Fondò alla fine dell'800' assieme a Danchenko la compagnia del teatro d’arte di Mosca nella quale avviò un intenso percorso di rinnovamento drammaturgico basato su esercizi e pratiche sperimentali che di lì a poco avrebbero determinato la distruzione del teatro dei ruoli che aveva orientato per almeno 3 secoli prima dell'avvento del sistema, il teatro e con esso la professione dell’attore. Con Stanislavskij 'muore' quella tipologia di attore che per tutta la vita interpretava un carattere fisso. Il secolo 800' con le sue pregresse esperienze dettate dall’esistenzialismo, dal romanticismo, dall'apporto ermeneutico di Horderlin e Goethe, dalla drammaturgia di Anton Cechov, dalla musica di Beethoven, dalla filosofia di Schopenhauer, Kierkegaard e Nietzsche da scrittori straordinari come Dostoevskij che indagano il sottosuolo umano, si proietta verso il nuovo secolo che nasce con una nuova disciplina: La Psicanalisi di Freud. Il Teatro risponde con un nuovo e potentissimo sistema valoriale nel quale non è più concessa alcun tipo di finzione per l'attore. Ogni attore non interpreta più un ruolo, ma esprime tutte le proprie pulsioni attraverso un personaggio scritto, che senza l’anima di un attore che lo interpreti, di fatto, non avrebbe modo di esistere se non attraverso una menzogna. L'attore seguendo un potente studio su sé stesso e sulla propria psiche mette a nudo sé stesso e racconta la sua storia attraverso il personaggio donando al pubblico un’interpretazione irripetibile, perchè se è vero che la trama dell’Amleto rimane la stessa, è altresì vero che le pulsioni di ogni singolo attore che si approcci ad esso siano profondamente diverse.

METODO STRASBERG

Potenziamento di Stanislavskij. Nasce grazie a Lee Strasberg. È unanimemente considerato il metodo di recitazione per eccellenza. Strasberg sarà uno dei membri del famoso Actor Studio e fonderà il gruppo sperimentale drammaturgico "Group Theatre". Al Pacino fu il suo più grande allievo. Il Metodo, differenza del Sistema Stanislavskij insisterà enormemente sulla famosa "memoria emotiva", rinnegata dallo stesso Stanislavskij, e si concentrerà in maniera poderosa sullo studio dell’attore su sé stesso per generare tutte le emozioni che vivrà il personaggio in scena, individuando nella sceneggiatura tutti i momenti emotivi che indichino all'attore le stesse reazioni emotive che il personaggio debba avere

METODO ADLER

Stella Adler, attrice di Broadway, unica tra tutti ad aver studiato direttamente in Europa con Stanislavskij. Membro fondatore assieme a Sandy Meisner e Lee Strasberg del famosissimo Group Theatre, entrò in contrasto con le teorie di quest’ultimo in quanto il suo metodo cercherà in tutti i modi di mettere da parte lo studio sulla memoria emotiva, reputato troppo scomodo per l'attore. Il metodo Adler si concentrerà sulla creazione da parte dell’attore delle "circostanze date immaginarie" e sullo studio del personaggio, su come si muova, cosa provi, come reagisca a degli elementi anteriori all'entrata in scena per poi percorrere una digressione che indaghi il senso di verità dell’attore. Strepitosa insegnante di recitazione i suoi allievi più famosi saranno Robert De Niro e Marlon Brando.

METODO MEISNER

Sandy Meisner fu un altro tra i membri fondatori del Group Theatre, assieme a Lee Strasberg e Stella Adler. Il suo metodo deriva direttamente dal sistema Stanislavskij. Oggi il metodo Meisner è il più studiato in tutte le accademie del mondo, perchè a differenza dei due metodi precedenti si basa esclusivamente su un elemento: l’ascolto. Meisner capì che gli attori che iniziavano questo mestiere avevano due problemi enormi: "Punto primo, gli attori sono terrorizzati dal pubblico, punto secondo, gli attori non sono in grado di ascoltarsi in scena". Il metodo Meisner predilige la massima genuinità e non si concentra tanto sull'azione, ma sulla reazione dell'attore a ogni singolo momento in scena. Infatti era solito dire: "Non importa quanto talento tu possa avere, se non sei in grado di ascoltare in scena, non sarai mai in grado di capire cosa accade attorno a te, e la vita accade nel qui e ora, non puoi vivere nel passato e nel futuro, perché entrambi non esistono nel presente…e se non sei in grado di ascoltare, non avrai mai una reazione coerente e genuina col tuo partner di scena…se non sei in grado di ascoltare, non sarai mai in grado di vivere…né di recitare". I suoi allievi più famosi saranno Jack Nicholson, Anthony Hopkins, Steve McQueen, Gregory Peck, Robert Duvall.

BIOMECCANICA MEJERCHOL'D E VITRUVIANESIMO

La biomeccanica, studia come le leggi fisiche della meccanica entrino in relazione con la sfera biologica dell'attore sul palco, e rappresenta le fondamenta per lo studio attoriale in quanto incentra la propria disciplina sul corpo dell'attore. Prima di interpretare lo studio di qualsiasi personaggio, ogni attore deve sviluppare l’intero apparato fonico, propriocettivo, fisico, ritmico. La biomeccanica mette in stretto relazione il corpo dell'attore con l’ambiente che lo circonda e con gli altri partners di scena. Sono 44 i principi fisici e pedagogici che la compongono. Non si tratta di uno stile recitativo ma di un sistema di allenamento fisico da cui ogni attore non debba prescindere. Lo spazio terrestre in effetti è connotato dalla presenza umana, e gli attori devono imparare a conoscere sé stessi attraverso il corpo e ad avere la capacità dinamica, visiva e sensoriale di proiettare lo stesso all’ interno di tale spazio. Conoscere sè stessi all'interno dei piani di divisione del corpo umano ovvero: Piano frontale, piano sagittale e piano trasverso. Lo studio della biomeccanica, corroborato dal Metodo Costa per ciò che riguarda lo studio della voce permette di raggiungere ragguardevoli livelli di consapevolezza e di controllo riguardo la fonazione. La respirazione è fondamentale per utilizzare il muscolo involontario più importante del corpo umano: il diaframma. Il corpo è una cassa armonica, e affinchè un attore possa utilizzarne tutte le sue qualità legate all’emissione vocale, deve sfruttarne tutte le sue cavità che sono: cavità faringea, orale e nasale percependo cosa siano e come funzionino i risuonatori e i consuonatori.

L'ATTORE FISICO, PROSODIA DELLA RITMICITA' ATTORIALE

Un attore non può non avere il senso del ritmo, non può non essere in grado di creare una agogica dei movimenti in relazione a un personaggio, così come non può non avvertire l’andamento prosodico di una scena nella quale agisce. Attraverso l’ascolto e la scomposizione ritmico-musicale, l'attore dovrà sviluppare una capacità compositiva che prima sarà ritmica, per poi approdare ad una propriocezione fisica del suo corpo affinché tutti i sensi di quest’ultimo possano acuirsi. Per cultura siamo portati a metabolizzare intellettualmente sentimenti ed emozioni escludendo a priori qualsiasi coinvolgimento del nostro corpo. Il corpo, non è soltanto lo strumento di cui l'attore si serve per lavorare, ma è anche un meraviglioso e potentissimo scrigno di emozioni represse e l’errore che facciamo è quello di non permettere mai a noi stessi di scoprire tali ricordi o emozioni assopite attraverso la propriocezione fisica. Non soltanto la mente e il cuore ricordano, lo fa inconsciamente anche il corpo. Il metodo dell'Attore Fisico è straordinariamente efficace per permettere all'attore di ricongiungersi con una propria intimità attraverso la scoperta della fisicità in relazione al mondo che lo circonda. E quando il corpo 'sente', allora riesce a raggiungere per primo la verità, eludendo la logica secondo cui l'intelletto possa decodificare un'emozione tramutandola in uno strutturalismo linguistico atto a svilire un'emozione. Il motivo per il quale non bisogna permettere che un'emozione venga prima decodificata dall'intelletto risiede nel fatto che molti attori imitino un'emozione senza quindi viverla o percepirla davvero, perchè non lasciano al corpo la possibilità di viverla. Se il corpo invece riesce ad essere attivo ed allenato ad una propriocezione emotiva, l'attore vivrà semplicemente la scena e le emozioni saranno in grado di esplodere perchè saranno evocate e vissute fisicamente…non imitate. La vocalità sarà coerente col corpo, la reazione agli altri anche, la genuinità dell'azione preservata per passare ad un ulteriore momento recitativo all’interno della scena.

Di seguito l'elenco della struttura portante su cui si basano i corsi dell'OFFICINA DRAMMATURGICA, Scuola di Recitazione di Battipaglia

METODO SANFORD MEISNER
SISTEMA STANISLAVSKIJ, STRASBERG, ADLER
METODO COSTA, Dalla Phoné alla dizione, alla micro mimesi cinematografica al primo piano
SRITTURA CREATIVA PER ADULTI E BAMBINI
BIOMECCANICA ATTORIALE, MEJERCHOL’D, MOVIMENTO SCENICO E PROPRIOCEZIONE EVOCATIVA E MUSICALE
EDUCAZIONE VOCALE: DIZIONE e FONETICA 
IMPROVVISAZIONE E PALESTRA DEGLI ESERCIZI CREATIVI

L'Officina Drammaturgica si rivolge sia ad un pubblico giovane che adulto e prevede, solitamente dalla fine del secondo anno, essendo il primo anno di studio, la produzione di una prova aperta finale nella quale gli allievi porteranno in scena, a discrezione della commissione didattica, i classici della drammaturgia russa o inglese, italiana o i classici del teatro contemporaneo o la realizzazione di un cortometraggio cinematografico.

L'Officina Drammaturgica nasce anche come luogo per convogliare il maggior numero di iniziative culturali inerenti al cinema al teatro e all'arte. Essendo un laboratorio sperimentale d'arte, l'Officina svilupperà nel tempo corsi di storia e critica del cinema, workshop tematici e inoltre si presterà a luogo deputato per esibizioni performative o musicali e ospiterà attori e registi del panorama cinematografico nazionale per permettere ai suoi studenti un'esperienza sempre più esaustiva.

I docenti della scuola sono Antonio Spagnuolo e Romano Reggiani, entrambi laureati in recitazione presso il "Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema", sotto la direzione di Giancarlo Giannini.

BIOGRAFIE

Antonio Spagnuolo è un talentuoso attore che nasce a Battipaglia nel 1988. Dopo aver frequentato il liceo scientifico e l'Università Degli Studi di Salerno, si diploma in recitazione nel prestigioso "Centro Sperimentale di Cinematografia" di Roma. Inizia il suo percorso artistico e teatrale a Salerno, inaugurando il CUT (Centro Universitario Teatrale) sotto la guida del David di Donatello, Renato Carpentieri. Continuerà la sua formazione teatrale in giro per l'Italia approdando nei più importanti festival nazionali.  Si trasferirà a Milano dove incontra Giancarlo Giannini, che lo accompagnerà a Roma nel percorso triennale di studi accademici, con cui vincerà una prestigiosa borsa di studio. Durante il triennio perfezionerà la sua tecnica con:

Valeria Benedetti Michelangeli- Educazione Vocale, Biomeccanica attoriale e Mejerchol’d
Eljana Popova- Metodo Stanislavskij, da Shakespeare a Cechov
Silvia Perelli – L’ Attore Fisico, Movimento e immedesimazione
Alessio Di Clemente e Vito Mancusi – Metodo Meisner
David Warren- Metodo Strasberg
Leonor Lohman- Metodo Adler
Gabriella Borni – Danza Classica
Mirella Bordoni- Metodo Costa e Micromimesi
Costanza Castracane- Yoga
Roberto Antonelli- Recitazione
Daniele Luchetti – Recitazione e Regia
Flavio De Bernardinis – Storia del Cinema
Massimiliano Dezi – Acrobatica e Scherma

·       Durante il suo percorso di studi, esordisce nel film per la televisione "Le Nozze di Laura" diretto dal Maestro del cinema Pupi Avati. Durante il triennio accademico avrà l'opportunità di cimentarsi con la drammaturgia russa Cechoviana e quella Shakespeariana sotto la guida di Eljana Popova, docente di metodo Stanislavskij;

·       Sempre durante il triennio accademico esordisce a cinema in un film prodotto dalla Rai, "I'M" della regista Anne Riita Ciccone. A seguire un docu-film sulla storia e le origini di Alcide De Gasperi diretto da Franco Mariotti;

·       Nel 2016 arriva la prolifica collaborazione con l’attore hollywoodiano Rupert Everett che lo sceglie per interpretare Felice nel film autobiografico sulla vita di Oscar Wilde "The Happy Prince", dove affiancherà i Premi Oscar Colin Firth e Emily Watson, tra gli altri, anche Tom Wilkinson e Colin Morgan;

·       A seguire interpreterà la parte del boss Antonio Iovine nel film "Nato a Casal di Principe" diretto da Bruno Oliviero per Rai Cinema;

·        Viene scelto per una importante serie televisiva tedesca sulla prima guerra mondiale "Clash of Futures" dove interpreterà il ruolo del protagonista italiano Benigno Crespi diretto da Jan Peter e Gunnar Dedio, in onda su Netflix e giudicata tra le dieci serie storiche più belle di tutti i tempi dalla rivista americana Rolling Stones;

·       Vince intanto il premio come Miglior Attore Protagonista nel festival cinematografico 48Hours Film Festival, in una cerimonia che si concluderà al cospetto dell'ambasciatore degli Stati Uniti d'America, Sig. Eisenberg, nell'ambasciata americana in Italia;

·       Inizia la sua esperienza come Docente di Recitazione, collaborando con Armando Maria Trotta del Mibact presso l'Università degli Studi "la Sapienza" di Roma;

·       Viene nel 2018 confermato nel cast della serie Rai "Il Nome Della Rosa" diretto da Giacomo Battiato affiancando nuovamente Rupert Everett e altri attori del calibro di John Turturro, Fabrizio Bentivoglio, James Cosmo, Michael Emerson, Roberto Herlitzka e Alessio Boni;

·       Nel 2019 entra a far parte del cast Rai "Nero a Metà 2" dove interpreta a fianco di Claudio Amendola il ruolo di Francesco;

·       Nel 2020 gira con Alessandro Gassmann "I Bastardi di Pizzofalcone 3" dove interpreta Tony Vitiello;

·       Nel 2021 è protagonista del film "L'arrivée de la jeunesse" per la regia di Fabio Bottani che celebrerà Esch sur Alzette come Capitale europea della Cultura 2022;

·       Nel 2022 lavora intensamente a teatro come coprotagonista, assieme a Riccardo Festa dello spettacolo di Gian Maria Cervo, uno dei più grandi drammaturghi italiani al mondo, "Le 4 morti di Pier Paolo Pasolini". Spettacolo premiato dal Governo italiano come fautore della cultura italiana nel mondo e finanziato per una futura tournée internazionale che partirà da Tokyo;

·       Nel 2023 viene scelto dal regista Francesco Cinquemani come protagonista di una serie pilota horror in via di lavorazione.

Romano Reggiani, classe 1993, è un attore e cantautore italiano. Ha studiato alla CSC, "Centro Sperimentale di Cinematografia" (scuola nazionale di cinema di Roma). Muove i primi passi nel cinema italiano girando numerosi cortometraggi e facendo piccole apparizioni in diverse produzioni. Ottiene il suo primo ruolo importante nel film "Festa nuvolosa con sprazzi di sole" diretto da Marco Pontecorvo, con Luca Zingaretti e John Turturro. Lavora poi come protagonista nel cortometraggio inglese Una ragazza senza importanza  diretto da Anya Camilleri. Entra nel cast come uno dei personaggi principali di tante serie televisive italiane di successo come "Una Grande Famiglia 3" di Riccardo Donna, "Scomparsa" di Fabrizio Costa, "L'amore strappato" di Ricky Tognazzi, "Vite in fuga" di Luca Ribuoli. Viene inoltre scelto per il progetto Sky Atlantic 1993 diretto da Giuseppe Gagliardi e successivamente è attore protagonista della serie tv "Mental". Romano è anche uno dei personaggi principali di una nuova serie televisiva intitolata: "Il nostro Generale" (gennaio 2023) diretta da Lucio Pellegrini e Andrea Jublin, ed è nel cast del film internazionale "La ricetta italiana" (2022)  diretto da Zixin Hou. 

Romano ottiene il ruolo da protagonista nel film americano: "Lamborghini - the man Behind Legend" (Lionsgate 2022) diretto dal premio oscar Bobby Moresco, dove interpreta Ferruccio Lamborghini, condividendo il ruolo con Frank Grillo, accanto a Gabriel Byrne e Mira Sorvino. Si unisce anche al cast del nuovo importante progetto del maestro italiano Pupi Avati intitolato: "Dante" (2022), dove interpreta il ruolo del poeta Guido Cavalcanti. Dirige un cortometraggio intitolato "Il dormiente nella valle" sulla memoria della Prima Guerra Mondiale e due videoclip. Ora sta lavorando a un nuovo lungometraggio intitolato: "Eravamo Bambini" (2023) diretto da Marco Martani, prodotto da Minerva Pictures, Wildside e Vision Distribution. È anche membro del cast della prossima serie televisiva Netflix "The Leopard "(2024) diretta da Tom Shankland, prodotta dalla produzione indiana.

 

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